Camorra: Pasquale Pesce “ciocchiello” ordinò l’omicidio dell’innocente venditore ambulante di pane

Non sapevano chi uccidere per vendicare la morte di un giovane assicuratore incensurato, finito nel mirino dei sicari per ritorsione contro il clan nemico. Ma in meno di 24 ore il boss Pasquale Pesce, detto ‘Ciocchiello’, convoco’ a casa sua i sicari piu’ esperti. La vittima doveva essere incensurata e soprattutto estranea alle logiche criminali, proprio come lo era Giustino Perna, fratello del pregiudicato Carmine, l’assicuratore ucciso. Così fu ucciso Vincenzo De Liso, il 54enne venditore ambulante di pane affrontato in strada nel quartiere di Pianura a Napoli il primo maggio 1999. Non era un affiliato, ma uno dei suoi familiari apparteneva al gruppo D’Ausilio-Lago che in quel periodo conduceva una feroce faida per il controllo del territorio tra Bagnoli e Pianura a Napoli. Questa mattina Pasquale Pesce é stato destinatario da una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip partenopeo come mandante di quell’oggetto. A fare fuoco fu Giuseppe Marfella, gia’ condannato in via definitiva per quel delitto. Dopo quasi venti anni di indagini si é arrivati alla svolta grazie alle dichiarazioni di due pentiti, Luigi Pesce e Giovanni Romano. In particolare le indagini hanno consentito di accertare che Pasquale Pesce, esponente di rango del clan Marfella, dopo aver partecipato alla fase deliberativa dell’omicidio, ha organizzato il gruppo di fuoco con Giuseppe Marfella, il quale quel giorno sparo’ almeno venti colpi di pistola, nove dei quali colpivano Vincenzo De Liso. Il figlio di de Liso, Antonello, ritenuto affiliato a quel clan, fu ucciso all’inizio del ’99. 


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