Camorra, il pentito racconta della “stretta di mano” tra i “melitesi” e i “maranesi” del clan Amato-Pagano

Continua il racconto del pentito di camorra Antonio Accurso, ex reggente della Vinella Grassi che ha raccontato agli inquirenti particolari inediti dei rapporti tra i vari clan all’epoca della terza faida di Scampia. E soprattutto del decisioni prese dal clan Amato-Pagano subito dopo l’arresto di Mariano Riccio, genero del boss Cesare Pagano, che durante la sua reggenza aveva fatto sorgere non pochi attriti con tutti gli altri clan per la sua gestione accentratrice. Ha spiegato Accurso:

“…Alla mia scarcerazione a maggio del 2013, ho preso contatti con i Lo Russo, i Licciardi, gli Amato-Pagano e i Di lauro alfine di eliminare dal territorio i cosiddetti “privati”, preciso che solo
con i Lo Russo e gli Amato-Pagano ho affrontato la questione della cocaina Come ho già detto in altro interrogatorio i privati erano: La Pacchiana, Botta in faccia  che poi è passato con noi, io conosco solo il figlio, lui non lo conosco;…omissis… La mia strategia, concordata con i Lo Russo, era di prendere la cocaina dai privati e non pagargliela. Con gli Amato-Pagano era di continuare ad avere noi l ‘esclusiva della cocaina su Secondigliano. Devo dire che Mariano era in attrito con i Lo Russo che non lo aveva appoggiato nella guerra contro le 5 famiglie, in virtù del patto di alleanza chiuso sin dal 2004 con i capi fondatori del clan. Amato Raffaele e Pagano Carmine. Chiuso questo accordo, noi Vinella riprendemmo a comprare la cocaina dal Riccio a 39 mila euro al kg., ne abbiamo acquistata tra maggio/giugno 2013 e ottobre 2013 circa 100 kg. di cocaina. Dopo il pentimento di Pacciarelli il Riccio si è riservato: situazione aggravata dai pentimenti successivi di Guarino e Tekendò. I rapporti di cocaina sono ripresi a marzo/aprile 2014, fermo restando i rapporti militari. Tra maggio/giugno 2013 e ottobre 2013 ho acquistato solo dagli Amato-Pagano, una parte in contanti e una parte a pagherò. Poi mi sono rivolto, tra ottobre 2013 sino a maggio 2014 a tale Roberto di Scafati per il tramite di Corcione, dove acquistavamo a 38 mila euro al kg, ma in contanti. omissis… Io ho conosciuto questo Roberto perché lo mandai a chiamare, tramite Corcione e Matuozzo, che fa il privato, diverso dal Matuozzo morto. Questa persona è venuta alla Snai nel rione Berlingieri, e mi chiese di potergli dare un programma nelle slot machine, poiché aveva un bar a Scafati, che poi non gli ho dato per questioni di tempo. Comunque l ‘oggetto principale del! ‘incontro era la cocaina, incontro avvenuto poco prima che lui diventasse latitante.
Noi da mesi ormai acquistavamo da lui la cocaina, in contanti, e 5 kg alla colta, io gli chiesi di avere un po’ di movimento, nel senso di comprarne ad esempio 10 kg e pagarne contanti 5 e 5 a
pagherò…omissis.. Nei mesi ottobre/novembre 2013 sino a marzo/aprile 2014 non abbiamo comprato cocaina dagli Amato-Pagano, invero Cicciariello, ossia Russo Francesco Paolo, con cui ero in amicizia. mi diceva che vi era scarsità di merce, ma che una volta arrivata ci avrebbero rifornito. Io a dir il vero non insistevo perché avevo la cocaina da Roberto a prezzo più basso (38 rispetto a 39). Ho anche affrontato la questione con i nuovi referenti del Riccio ossia Tonino il rosso  e Tonino il Chiattone, quando io ho fatto riferimento al giovane trovato morto a Casandrino mi riferivo a quello che materialmente caricava la cocaina, mentre il Chiattone è scomparso, mentre il Rosso è vivo ed era il vero obiettivo rispetto al Chiattone. (Antonio Pastella detto Tonino il Rosso è stato poi ucciso nel marzo del 2015 ndr). Ne ho parlato, come già riferito, in occasione del natale 2013. In quell’incontro il Rosso mi propose una puntata di fumo, senza dirmi con chi altri, ma io dissi che non mi interessava, in realtà era una tecnica sua e del suo capo Riccio per mantenere i rapporti con noi della Vinella. In quel periodo Cicciariello si era allontanato, come ho già detto. perché erano in crisi i suoi rapporti con il Riccio per la presenza dei maranesi, per cui stava molto con noi della Vinella e mi ha confessato gli omicidi. Non so se faceva affari in proprio di cocaina, so che aveva un cugino a Pompei che vendeva cocaina, con il quale io non ho avuto rapporti. So che stava a stipendio, non conosco la cifra, so che Napoleone Renato prendeva 2 mila euro. Questo me lo disse proprio Cicciariello ed anche lo stesso Renato, che conoscevo da tempo, in un ‘occasione che ora spiegherò. Da Natale 2013 in poi io in diverse occasioni ho inviato, tramite Cicciariello, i miei saluti a Renato, che all ‘epoca era in comunità, perché ero consapevole che tra i due vi fosse un certo rapporto, che poi ho capito esserci dopo l ‘arresto di Mariano, del resto con cicciariello c ‘era sempre un giovane: tale Angioletto, parente di Renato. Dopo l’arresto di Mariano, febbraio/marzo 2014 i rapporti interni al clan Amato-Pagano si rompono: di qui due omicidi, quello di Tonino il Chiattone e quello del ragazzo di Casandrino, entrambi vicini a Mariano. In quel momento la mia intenzione era di far cessare immediatamente le ostilità, perché creavano problemi ulteriori negli affari, oltre a quelli già causati dai vari pentimenti.
Io non ho fatto a tempo a fissare l ‘incontro che tale Francuccio, già riconosciuto, uno brullo di Melito, a dirmi che Il Gemello e Cicciariello volevano a parlare con me e mio fratello Umberto.
Come ho già detto abbiamo avuto diversi incontri, fino a quello di aprile o inizio maggio in cui ho incontrato Renato Napoleone in una casa a Melito, al parco .Monaco;
nell’occasione il Napolone fu chiaro: lui, Cicciariello, il Gemello e tutti gli Amato-Pagano che loro rappresentavano volevano avere il controllo totale di Melito e Mugnano, estromettendo totalmente i cosiddetti maranesi. Il problema che io ho sempre evidenziato, sia a Cicciariello che poi allo stesso Napoleone era preferibile trovare un accordo, perché loro erano noti alle forze dell’ordine. e, quindi, un ‘eventuale guerra li avrebbe esposti alle indagini, mentre i maranesi erano quasi degli sconosciuti. A questa fase iniziale delle trattative, sono seguiti altri incontri, anzi quasi tutti i giorni parlavo di questa vicenda con Cicciariello ed il Gemello. Fino a quando, qualche giorno prima del 17 maggio 2014, persone dal rione Sanità di recente arrestate, ossia i Sibillo, io non li conosco, ho solo sentito riferire imbasciate, dissero a due affiliati Vinella ossia Pietro il Mellone e Mincione Raffaele, che il Rosso voleva incontrare la Vinella per chiarire la situazione. L’incontro vi è stato, e il Rosso, come ho già detto, prese le distanza dal Chiattone. Fece la sua proposta, nei seguenti termini: loro maranesi restavano a Mugnano e gli Amato a Melito; poi i primi avrebbero versato dai guadagni delle estorsioni una cifra mensile per il mantenimento dei detenuti; mentre avrebbero trattenuto il guadagno sulla droga, non so cosa vendessero. Questa proposta a me è stata riferita da Corcione ed il Mellone ed io l’ho girata a Cicciariello, che prese tempo. Il Cicciariello dopo un paio di giorni, mi disse che si poteva organizzare l ‘incontro ed il 17 maggio del 2014 vi è stata tra gli Amato ed  Maranesi la stretta di mano, come riferitomi da mio fratello Umberto, Cicciariello ed il Gemello io non sono andato all ‘incontro, perché come ho già detto avevo fatto una grossa scommessa sulla partita Modena-Avellino.
Voglio precisare che nei vari incontri che ho avuto con Cicciariello ed il Gemello e in quello con Renato, io, nel mio interesse, ho affrontato anche la questione della cocaina, perché
nel medesimo periodo il mio fornitore Roberto era divenuto latitante. In modo analogo della questione cocaina e della presenza di privati che la vendevano a Secondigliano ad un prezzo inferiore agli Amato-Pagano. Avevo parlato già con Mariano ad ottobre, come ho già detto, in quanto ad ottobre io consideravo mio referente nel clan Amato-Pagano il Riccio  con il quale la Vinella  aveva chiuso di faida del 2012 e si era posta quale acquirente unico degli Amato-Pagano. Per cui resomi conto che la Pacchiana vendeva sotto prezzo ed aveva contatti con Turam affiliato storico degli Amato-Pagano, dissi a mio fratello Umberto di parlarne con il capo di quel clan, ossia con Mariano. Allo stesso modo dopo la cattura di Mariano e la nuova guerra nel clan io ho affrontato anche la questione della Pacchiana con Napoleone, ossia fui chiaro e dissi che …omissis… dovevano farci sapere se il patto chiuso con il clan Amato-Pagano all’epoca del riccio e Takendò fosse ancora in piedi, perché io avevi un clan da mantenere ed avevo fatto la faida, nel senso che il mio clan aveva fatto la faida.
La mia fu una sorta di minaccia, Renato mi diede ragione …omissis… Dopo l’incontro con Renato a noi Vinella sono stati caricati 5 kg d cocaina da Lello il Chiattone, in contanti, in quanto Napoleone ci mandò a dire che…omissis… aveva confermato il patto stretto con Mariano e Takendò con la sola particolarità del pagamento in contanti, quindi laddove fossero arrivati 50 kg di cocaina questi erano nostri e ii potevamo ritirare un po’ alla volta; pagando in contanti a 38 mila euro al kg, in quanto avendo subito la zia Rosaria delle perdite, infatti anche i Lo Russo le dovevano soldi, o meglio sin dal 2011 i Lo Russo non avevano onorato un debito con gli Amato- Pagano. Noi abbiamo accettato il patto, che mi è parso conveniente, ma poi sono stato arrestato.
omissis.

 Antonio Esposito

 6.continua

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(nella foto da sinistra in alto Renato Napoleone, Francesco Paolo Russo e Francesco Ferro; in basso da sinistra Alfonso Riccio, Antonio Pastella e Antonio Ruggiero)


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