Sono stati svelati i codici della camorra 2.0, quella dei baby boss, dei tatuaggi e delle barbe lunghe. Il simboli della nuova generazione di malavitosi che da alcuni anni imperversa nei quartieri napoletani con una propria simbologia e con messaggi traversali di morte lasciati sui muri in posti strategici ma anche sui social con tanto di foto di accompagnamento. Le misteriose sequenze alfanumeriche che hanno accompagnato le ultime faide di camorra a cominciare da quella di Forcella tra la “paranza dei Bimbi” dei Sibillo e i “Capelloni” Buonerba di via Oronzo Costa l, la famosastrada della morte, ora. Nelle mani degli inquirenti sono state consegnate una serie di informative grazie anche al contributo di alcuni pentiti che spiegano nel dettaglio queste simbologie che dal 2015 in poi hanno cominciato a campeggiare sui muri di alcuni rione e sui corpi tatuati dei giovanissimi aspiranti camorristi. Nu- meri e lettere che in un primo momento apparivano apparentemente privi di significato invece indicavano qualcosa di ben preciso: Come i “17” e “6.2” apparsi nel centro storico di Napoli. Un metodo semplicissimo: associando la progressione delle lettere dell’alfabeto italiano ai numeri si ottenevano i messaggi in codice. e così il “17”, vale a dire il diciassettesimo carattere dell’alfabeto, equivale a dire una cosa soltanto: “Sibillo”. Lo stesso ragionamento, applicato al “6.2” che in svariate occasioni ha fatto capolino tra i vicoli dei Decumani, come ha ricordato Il Roma, e che rimanda invece alla “Famiglia Buonerba”. Come anche la scritta “6.17” che sarebbe Famiglia Sibillo. Non è tutto, però. Al rione Sanità, in particolare nelle zone tradizionalmente considerate sotto l’influenza delle famiglie Esposito- Spina-Genidoni, vale a dire i “barbudos” e del clan Vastarella, è più volte apparsa una misteriosa tag: “Anti32”. Smorfia napoletana alla mano, quella cifra corrisponde al capitone ovvero il clan Lo Russo di via Janfolla, a Miano. I “capitoni”, per l’appunto, clan in guerra sia con i “barbudos” sia con i Vastarella.
Il giovane boss Pasquale “Lino”Sibillo, giusto per citare l’esempio più clamoroso, come ricorda Il Roma, nel novembre del 2015 fu tradito proprio da uno dei suoi tatuaggi. Le forze dell’ordine, individuando quel “17” avvolto dalle fiamme e stampato sul braccio, non ebbero più dubbi. Finì così a Terni la latitanza del fratello del baby boss Emanuele, il 20enne ras ammazzato il 2 luglio dello stesso anno in via Oronzio Costa a Forcella, e fondatore della “paranza dei Bimbi” . Il 16 novembre scorso, a faida ormai conclusa, il famigerato “17” è poi tornato a fare capolino nella centralissima piazza San Gaetano. In quell’occasione, infatti, ignoti imbrattarono il muro sottostante la basilica con una gigantesca scritta inneggiante a Emanuele Sibillo.
Ma anche in altri quartieri le giovani leve della camorra hanno pensato di dare un marchio al proprio territorio. Come ad esempio alla Torretta, dove sono com parse scritte emblematiche: “Torretta comanda” rivolto a quelli del rione Traiano che stanno cercando di sconfinare e appropriarsi della lucrosa piazza di spaccio. E per finire al Cavone, dove è comparsa la scritta “QS merda”di facile lettura, dove QS sta per Quartieri Spagnoli.