In quanto “Capo” del cartello scissionista degli Amato-Pagano deve essere reclusa al carcere duro. Zia Rosaria Pagano da qualche giorno è rinchiusa al 41 bis perché la carcerazione ordinaria non è adeguato al suo status di leader e in quanto tale, come hanno dimostrato le indagini che hanno portato al suo arresto nei mesi scorsi era in grado anche dal carcere di gestire gli affari del clan. Dal racconto dei numerosi pentiti emerge chiaro il peso specifico di “zia” Rosaria all’interno del clan capace di scambiarsi pizzini in durante i colloqui in carcere con il figlio Raffaele junior.
Ha scritto il gip Ludovica Mancini  nelle 382 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del gennaio scorso: “In particolare la PAGANO Rosaria, dopo la cattura del figlio Carmine a giugno del 2011, assumeva il ruolo di referente sul territorio della famiglia AMATO e per garantire una continuità economica alla fazione, a partire dall’estate del 2012, quando la faida entrava nella fase cruciale (dopo l’atto di ufficializzazione del 4.7.2012 con il tentato omicidio di ESPOSITO Giovanni, esponente degli ABBINANTE, ad opera di affiliati alla Vinella, ai Marino ed ai Leonardi), imponeva al RICCIO Mario, e agli altri membri dell’organizzazione, in posizione apicale, quali il CERRONE Mario e l’IMPERIALE Raffaele, una separazione pro quota del mercato all’ingrosso della cocaina, gestendo personalmente quella spettante alla famiglia AMATO, ed i relativi proventi, mentre quella dei PAGANO continuava ad essere gestita da RICCIO Mario e CERRATO Carmine  sino alle rispettive catture. La PAGANO Rosaria, quindi, dall’estate del 2012, assumeva il ruolo di capo del sodalizio a fianco di IMPERIALE Raffaele e CERRONE MARIO, già capi e promotori, uniatmnente ai vertici del clan AMATO/PAGANO, giudicati separatamente, ossia AMATO Raffaele, AMATO Elio, AMATO Pietro (deceduto il 20.9.2003), PAGANO Cesare, PAGANO Domenico Antonio (deceduto il 24.3.2013) nonché RICCIO Mario, AMATO Cmmine, AMATO Raffaele jr, , con compiti di gestione organizzativa e direttiva degli altri partecipi (giudicati separatamente, che li coadiuvavano anche con ruoli di rilievo quali CERRATO Carmine cl. 76, CERRATO Carmine cl. 71, ESPOSITO Biagio, FERRO Francesco), in relazione ai tempi, alle modalità , luoghi, prezzi e quantità della cocaina da acquistare ed importare dall’estero in Italia, e distribuire ai vari gruppi criminali operanti sul territorio…
La PAGANO Rosaria, dopo la cattura di RICCIO Mario, il 4.2.2014, assumeva il ruolo di unico capo del clan AMATO-PAGANO, compagine armata di stampo camrristico, nonchè di socio e gestore nell’interesse delle famiglie AMATO e PAGANO, di tutti proventi ed investimenti derivanti dall’attività dell’associazione, costituita sin dal 2000 dai fratelli, CESARE e DOMENICO ANTONIO, il nipote CARMINE. detto Angioletto, il marito AMATO Pietro, il loro figlio CARMINE, ed i cognati AMATO Raffaele ed Elio, con CERRONE, IMPERIALE e MIRONE Charles Davide, finalizzata all’importazione dall’estero di cocaina, da distribuire sul territorio italiano, nonché al reinvestimento di una parte dei proventi conseguiti in attività economiche ed imprenditori ali all’estero)…”