C’è un nuovo pentito nell’Alleanza di Secondigliano che sta facendo tremare le cosche federate (i Licciardi-Contini-Mallardo) ma anche tutti quegli altri clan legati al narcotraffico gestito dalla potente alleanza come gli Amato-Pagano di Melito e i Tamarisco di Torre Annunziata. Si tratta di Claudio Scuotto (come già anticipato in anteprima due giorni fa da cronache della campania) le cui dichiarazioni compaiono nelle 211 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Eliana Franco nei confronti di mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio dell’ex capo della Paranza dei Bimbi” di Forcella, ovvero il baby boss Emanuele Sibillo. In carcere sono finiti il ras Gennaro Buonerba, il killer Antonio Amoroso detto”scapuzzedda”, e gli altri componenti del commandO morte Luigi Criscuolo detto “sby sby” ; Andrea Manna detto “Cioccolata” e Vincenzo Rubino. Il pentito Claudio Scuotto, riferisce di aver appreso direttamente da Pinuccio Buonerba ( fratello di Gennaro e capo dei “Capelloni” di Forcella), nel periodo in cui era detenuti insieme a Secondigliano del movente e della dinamica dell’omicidio di Emanuele Sibillo con dichiarazioni non dettagliate anche se convergenti nel loro nucleo centrale con quelle di Maurizio Overa e di Marco Mariano, i due pentiti dei Quartieri Spagnoli con le cui dichiarazionI sono stati incastrati i cinque. In un verbale del primo febbraio 2017 Scuotto ha raccontato agli investigatori:
“Nel periodo in cui i Buonerba detti i capelloni erano in contrasto con i Sibillo, Emanuele Sibilo con i suoi affiliati passava con le moto tutte le sere sotto le abitazioni dei Buonerba e vi sparava contro. Dopo il blitz che portò al/ ‘arresto degli affiliati al gruppo Sibillo, Emanuele e Pasquale, divenuti latitanti, si trasferirono fuori Napoli. Pinuccio Buonerba detto ‘o capellone decise dal carcere di preparare una trappola per attirare i due fratelli Sibillo ed uccider/i. Per questa ragione fu picchiato un ragazzo detto ‘o Nannone, vicino ai Sibillo, in via Oronzio Costa alla certezza che Emanuele Sibillo deciso di agire e diede il suo gubbino antiproiettile a/fratello Pasquale, il quale era restio ad andare perché aveva capito che poteva trattarsi di una trappola. Emanuele, Pasquale Sibillo ed i loro affiliati andarono in via Oronzio Costa per sparare contro le abitazioni dei Buonerba. Emanuele sparò effettivamente senza colpire nessuno. I Buonerba che li stavano aspettando spararono a loro volta e colpirono alla spalle Emanuele Sibillo. A quel punto Pasquale Sibillo portò il fratello in Ospedale … ( … ) … Pinuccio Buonerba mi chiarz’ che aveva deciso la strategia da seguire per uccidere Emanuele Sibillo comunicandola nei colloqui con Emilia Sibillo quando era detenuto nel carcere di Spoleto. Mi disse che a sparare era stato il fratello più piccolo, di cui non ricordo il nome, che ha partecipato all’agguato mentre era con gli altri affiliati di cui non conosco i nomi”.
Fin qui le dichiarazioni di Claudio Scuotto sull’omicidio di Emanuele Sibillo. Ma scuotto profondo conoscitore delle rotte del narcotraffico internazionale e tutti i collegamenti campani sta svelando agli investigatori tutto quello di cui è a conoscenza. Il suo pentimento è arrivato subito dopo l’arresto avvenuto nel maggio dello scorso anno. Claudio Scuotto era ricercato perché ritenuto uno dei più prolifici broker della droga a livello internazionale. Si trovava a Caracas nell’aprile del 2016 quando scattò l’operazione ‘Positano 2014’ che portò in carcere 29 persone legate al clan Tamarisco di Torre Annunziata, agli Amato-Pagano e alcune cosche della ‘ndrangheta calabrese. Dopo un mese di latitanza si consegnò in Italia e fu arrestato al suo arrivo all’aeroporto di Capodichino.Secondo quanto emerso dalle indagini svolte dalla sezione antidroga della Guardia di Finanza di napoli, Claudio Scuotto insieme al cugino Davide – anch’egli arrestato nella stessa operazione – costituiva una figura centrale nell’organizzazione guidata da Bernardo Tamarisco e dal cognato Vincenzo Langiano, per i quali fungeva da broker nella realizzazione di ingenti importazioni di cocaina dall’Ecuador.La perfetta conoscenza dei luoghi e l’esperienza criminale maturata nel settore gli consentivano, infatti, di muoversi con estrema disinvoltura negli ambienti del narcotraffico sudamericano, riuscendo così a intavolare importanti trattative per l’acquisto di ingenti partite di cocaina con i cartelli fornitori, anche grazie alla preziosa opera di intermediazione del broker Salvatore Iavarone. Vero e proprio figlio d’arte (il padre Giuseppe Scuotto era stato ucciso nel 2000 in corso Novara a Napoli, nell’ambito di una guerra intestina al clan Contini, di cui era uno dei più fidati luogotenenti come “capozona” del quartiere Vasto), da circa un anno Claudio Scuotto si era allontanato dall’Italia, facendo perdere le proprie tracce.