Roma. “E’ stato un errore e me ne scuso, la discrasia non è contestabile ma escludo di avere avuto nella redazione dell’informativa consapevolezza di essa”. E’ questo quanto ha, in sintesi, sostenuto il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto quando è stato interrogato dai magistrati della Procura di Roma che gli chiedevano perchè nell’informativa sul caso Consip fosse stata attribuita ad Alfredo Romeo una frase pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino su un incontro con Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier. “Ho cercato di darmi spiegazioni e posso pensare di avere avuto solo una prima versione del file, relativa al sunto e di avere utilizzato questa per la redazione dell’informativa – ha spiegato Scafarto -. Era un periodo di forte lavoro, legato alla necessità di chiudere l’atto prima della prima decade di gennaio quando era in programma un incontro tra la Procura di Roma e Napoli”. Poi Scafarto ha spiegato ai magistrati che lo hanno interrogato i criteri e i metodi seguiti nel corso dell’indagine: “In considerazione delle tecniche di comunicazione dei protagonisti i quali spesso bisbigliavano o accendevano la tv rendendo l’operazione di ascolto complessa ho elaborato un protocollo di ascolto che dopo la registrazione della conversazione prevedeva tre fasi: un primo ascolto da parte di un operante che redigeva un sunto e le informazioni essenziali della conversazione. Un secondo ascolto da parte di altro operante che verificava il contenuto dell’audio dall’altro integrava sunto della conversazione. Un terzo ascolto affidato ad un maresciallo che riascoltava e definiva il brogliaccio”. All’interrogatorio di ieri, erano presenti il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi. Il legale di Scafarto, Giovanni Annunziata, ha detto che presenterà una memoria ai magistrati competenti sulla vicenda che coinvolge il suo assistito. Secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi, l’ufficiale dei carabinieri avrebbe alterato un’informativa sulla quale si basavano buona parte delle accuse a Tiziano Renzi contenute nel fascicolo che lo vede indagato per traffico di influenze.
Nel corso dell’interrogatorio, Scafarto interrogato sulla questione che riguarda l’aver omesso di inserire nell’informativa l’esito negativo di un riscontro sulla presenza di 007 dei Servizi segreti nei pressi dell’ufficio di Romeo a Roma, ha fornito una serie di spiegazioni. Su indicazione del pm di Napoli, Woodcock, che all’epoca coordinava tutte le indagini si era deciso di compilare un capitolo specifico sui Servizi. “La necessità di compilare un capitolo specifico, inerente al coinvolgimento di personaggi legati ai servizi segreti, fu a me rappresentata come utile direttamente dal dottor Woodcock che mi disse testualmente: ‘al posto vostro farei capitolo autonomo su tali vicende’ che io condivisi” ha detto il Comandante del Noe di Roma.
Intanto proprio per il caso Consip, la Procura di Napoli è in subbuglio. L’apertura di un provvedimento disciplinare, per le dichiarazioni rilasciate da Henry John Woodcock, titolare delle indagini, ha creato una serie di polemiche. Stamattina il procuratore Nunzio Fragliasso ha smentito che vi siano contrasti con i colleghi romani e si è mantenuto cauto sulle indiscrezioni emers a proposito della conferma o meno della delega di indagine ai Noe. In serata il magistrato Marcello Maddalena che assiste Woodcock nel procedimento disciplinare dinanzi al Csm ha smentito ”nella maniera più categorica” che sia stato lo stesso pm Henry John Woodcock, oppure il suo difensore, a diffondere la notizia dell’apertura di un procedimento disciplinare a suo carico da parte del procuratore generale della Cassazione, e allo stesso tempo ha preso le distanze dalle ”fantasiose ricostruzioni dietrologiche” fatte da organi di stampa nei confronti del pg della Cassazione di cui si sottolinea ”l’assoluta correttezza”. ”Apprendo oggi, dal quotidiano il Mattino di Napoli, – scrive Maddalena – che il consigliere del CSM Avv. Antonio Leone, in relazione alla ‘fuga di notizie’ relativa al procedimento disciplinare promosso dalla Procura generale della Cassazione nei confronti del dr. Henry Woodcock, parrebbe aver ipotizzato un collegamento tra la diffusione della notizia (da noi già conosciuta fin dalla fine di aprile) e il fatto che il sottoscritto e il dott. Woodwock lo stesso giorno (8 maggio scorso) siano ‘passati in Disciplinare’. Al riguardo mi corre l’obbligo di escludere nella maniera piu’ categorica che sia il sottoscritto sia il dr. Woodcock siano all’origine (tra l’altro, avendo evidente interesse al contrario) tanto della fuga della notizia quanto delle successive fantasiose ricostruzioni dietrologiche effettuate da altri organi di stampa nei confronti del Procuratore Generale della Cassazione, nella assoluta correttezza del cui operato abbiamo sempre nutrito e nutriamo la massima fiducia”.