Napoli. Il metodo Romeo era applicato nei piccoli e nei grandi appalti. Non è stata solo Consip nella vita imprenditoriale di Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano cercava di accaparrarsi appalti per le pulizie anche nel più grande ospedale del Sud Italia, il Cardarelli. E l’inchiesta che ha portato, poi, al suo arresto nasce proprio da un appalto per le pulizie da pochi milioni di euro, grazie all’appoggio del manager bipartisan, Ciro Verdoliva. Ai rapporti tra Alfredo Romeo e l’ingegnere di Gragnano, in provincia di Napoli, nominato manager dell’ospedale Cardarelli da Vincenzo De Luca, è dedicato un capitolo dell’informativa delle forze dell’ordine sulla Consip. Gli investigatori identificano Ciro Verdoliva come “attuale Direttore Generale dell’AORN “Cardarelli” e già Direttore dell’ufficio ABSE e GATPI del medesimo nosocomio”. Un manager e prima ancora un tecnico passato nelle grazie dei Governatori della Campania a cominciare da Bassolino, passando per Caldoro, fino a trovare la massima fiducia in De Luca che lo scorso anno lo nomina manager dell’ospedale Cardarelli, nel periodo in cui imperversava l’emergenza ‘barelle’. Secondo gli investigatori Ciro Verdoliva “risulta essere particolarmente vicino a vari appartenenti alle forze dell’ordine, a magistrati e dipendenti della Procura della Repubblica di Napoli”. Secondo gli inquirenti, era grazie a questi appoggi che l’ingegnere gragnanese – accusato di associazione a delinquere, corruzione ed altro – si sarebbe mosso con grande disinvoltura e senza curarsi di prendere alcuna precauzione nei rapporti intrattenuti con la Romeo Gestioni. A carico di Verdoliva, infatti, “emergono svariate conversazioni, di rilievo, intercorse con vari pubblici ufficiali, dall’ascolto delle quali si è compreso che questi ultimi, nell’usufruire della posizione di rilievo ricoperta da Verdoliva nell’ambito dell’azienda ospedaliera “Cardarelli” per la risoluzione, tra l’altro, anche di vicende sanitarie di carattere personale, gli rivelano “fatti di ufficio” e parti di procedimenti penali, presumibilmente, coperti dal segreto istruttorio”. Dall’ascolto delle telefonate si evince che il manager “sollecita queste sue “fonti” per acquisire informazioni, relative all’esistenza di indagini o procedimenti penali in atto sul suo conto, sia nell’ambito della Procura della Repubblica di Napoli che in seno ai reparti di reciproca appartenenza dei suoi interlocutori”.
Gli inquirenti identificano nella Romeo Gestioni e nella Hospital Consulting le società individuate per aggiudicarsi gli appalti. “Una società di consulenza per l’ingegneria clinica”, la Hospital Consulting, “presente all’interno dell’AORN Cardarelli da diversi anni poichè insediatasi stabilmente in tale azienda sanitaria attraverso convenzioni e/o l’aggiudicazione di gare di appalto, nell’ambito dello specifico settore, il cui responsabile unico del procedimento risulta essere l’ing. Verdoliva”. Il disinvolto manager non nasconde le sue amicizie negli ambienti giudiziari e della polizia giudiziaria, e proprio questa sua ‘tranquillità ’ permette agli inquirenti di scoprire altri episodi di ‘spessore investigativo’. Come quello che riguarda dei lavori edili commissionati da Verdoliva alla societa’ A&G Multiservice “che cristallizzavano, anche attraverso un atto delegato da codesta AG e il conseguente sequestro di contratti di appalto, un rapporto corruttivo esistente tra i responsabili della società A & G Multiservice e il dirigente del Cardarelli. Nella circostanza il Verdoliva ha impegnato personale e maestranze della suddetta società – senza elargire alcun corrispettivo – per l’esecuzione di lavori (edili, elettrici e idraulici), all’interno di sue proprietà immobiliari e relative parti comuni di uno stabile sito in Napoli, alla via Gennaro Serra 55 (condominio amministrato dal medesimo Verdoliva), avvalendosi della sua funzione di RUP (responsabile unico del procedimento) nell’ambito dell’appalto di manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili dell’AORN Cardarelli (Global Service) tra le cui società risulta figurare la predetta A&G. Da questa vicenda emerge la scaltrezza del cennato dirigente pubblico in quanto questi, appresa la notizia di un controllo eseguito dalle FFOO ai cantieri in parola, in concorso con i responsabili della A & G, si adopera nell’imbastire due contratti cd “posticci” per eludere le indagini e non far emergere le irregolarita’ della commessa”.
C’e’ quanto basta ai magistrati inquirenti per ritenere “che Ciro Verdoliva, avvalendosi dell’incarico di RUP (responsabile unico del procedimento) in seno a svariati appalti dell’azienda ospedaliera “Cardarelli”, riesce a trarre vantaggi personali”. In questo contesto viene inserita la “determina dirigenziale n. 1067/2014 dell’ “A.O.R.N. A. Cardarelli” veniva dichiarata l’aggiudicazione definitiva in favore della Romeo gestioni S.p.A., della gara d’appalto avente ad oggetto il “servizio di pulizia delle aree a basso, medio, alto ed altissimo rischio dell’Azienda Ospedaliera” ed in data 06.10.2014, veniva sottoscritto il contratto di appalto con decorrenza 01.11.2014″. Ne nasceva un forte contenzioso amministrativo con l’azienda che in precedenza aveva curato quei lavori, con annesse denunce alla magistratura. Avuta contezza di indagini assegnate dalla Procura di Napoli a strutture di polizia giudiziaria diverse da quelle oggi accusate di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio insieme al Verdoliva, quest’ultimo si consultava per individuare una strategia che lo facesse apparire come vittima di pressioni camorristiche. Analogamente, anche la Romeo Gestioni s.p.a. inviava una lettera alla Prefettura di Napoli, alla Questura, all’A.O.R.N. Cardarelli ed all’ANAC, in cui denunciava di aver appreso che nelle file dei dipendenti della Florida 2000, vi erano persone con precedenti penali di varia natura, non escludendo i reati per associazione a delinquere; “in tal modo – annotano gli investigatori – l’azienda cercava di esimersi da eventuali responsabilita’ relative alla assunzione di appartenenti alla criminalità organizzata, ovvero loro prossimi congiunti”. Alcuni dialoghi relativi alla strategie da mettere in campo per depistare le indagini, finirono – però – con l’essere registrate dalla Guardia di Finanza. In una di queste, in particolare, “Alfredo Romeo si confrontava con il suo amico, nonchè consulente, Italo Bocchino nella vana speranza – scrivono gli investigatori – di individuare qualcuno che potesse allontanare l’attenzione delle forze dell’ordine dal cantiere. A difesa dell’operato della Romeo, Italo Bocchino non esitava a formulare varie ipotesi tra cui  “una delle ipotesi potrebbe essere quella di andare di chiedere appuntamento al Questore di Napoli e dire vabbè io sono andato li’ (ndr al Cardarelli) a fare il moralizzatore di una situazione compromessa e poi se non mi trovo le Forze dell’Ordine dalla mia parte ma anzi finiscono a sindacare il lavoro che faccio, cioe’ TU SEI ANDATO A CACCIARE LA CAMORRA DAL CARDARELLI”, motivazione questa che, di certo, non avrebbe fatto esimere qualsiasi autorita’ dall’intervenire in favore del suo amico”. E’ il “Metodo Romeo”, un misto di bastone e carota.
In Consip, pero’, la scelta era diversa. Romeo è alla caccia di un “accordo quadro” con il “Giglio magico”, o almeno questo è quello che chiede al faccendiere Carlo Russo, amico e socio di Tiziano Renzi e questo è quello che il Russo, forse millantando o forse no, promette di fare. Dopo mesi di “corteggiamento” Russo e Romeo sono alla stretta finale, il padron della Romeo Gestioni chiede solo indicazioni su modalità e costi, all’ennesimo incontro Russo si dice possibilista e Romeo propone una linea operativa chiarissima: “chiede al RUSSO un po’ di tempo per organizzare nei dettagli l’operazione: “faccia cosi’, mi organizzo un attimo io mentalmente.. UN RAGIONAMENTO DI TIPO.. CONCRETO”, di modo da poter riferire a Tiziano RENZI l’accordo prospettato: “GLIELO NOTIFICHIAMO A LUI..”. Il RUSSO e’ d’accordo su tutta la linea e ROMEO riferisce che considera l’operazione alla stregua di una polizza assicurativa da inutili aggressioni: “E NOI ANDIAMO AVANTI.. E SAPPIAMO CHE C’E? MI LASCI DIRE? UN TERMINE? UNA? UNA POLIZZA ASSICURATIVA DA QUALCHE PARTE, CHE NON CI FANNO… DANNI! NON CI AGGREDISCONO, NON CI FANNO DANNI, NON CI FANNO.. IMBROGLI, SCHIFEZZE ECCETERA”. Il RUSSO ribadisce di essere d’accordo e ROMEO: “E DOBBIAMO ESSERE BRAVI A DIRE OH.. RA? RAGA NON PO.. NON POTETE TRATTARCI MALE!”? “POI LUI? LUI LI VEDE PER PARLARE CON LUI”; a questo punto interviene il RUSSO che fino a quel momento era stato attento ad ascoltare e precisa che la “la chiacchierata” si fara’ anche se lui preferisce non venga fatta in un luogo aperto al pubblico ma presso qualche abitazione: “CHE? SECONDO ME NON SO’ CHE COSA.. DECIDERA’ LUI MA.. IO SAREI PER? PER EVITARE DI FARLA A GIRO! CIOE’.. inc. (voglio di’?) C’E’ CASA SUA, C’E’ CASA MIA, INSOMMA? PERO’? GRAZIE A DIO NESSUNO VEDE, NESSUNO SENTE IN CASA”. Effettivamente la casa sembra proprio la scelta migliore anche secondo il ROMEO: ” A CASA SUA inc. (bisbiglia, ndr) COSA MIGLIORE”, anche se pero’ Tiziano RENZI deve poi parlare con MARRONI: “LUI PERO’ DEVE PARLARE CON inc. (tono di voce bassissimo, ndr) (CON STO MARRONI?)”. Per RUSSO Carlo: “non c’e’ problema” e riguardo la domanda del ROMEO se il RENZI Tiziano abbia ascendente sul MARRONI gli racconta: “ma… lei pensi avvocato che, dopo che MARRONI eh… aveva finito.. il? mandato in REGIONE, ANDAVA A CASA DI TIZIANO A PORTARGLI I CURRICULUM! E CI ANDAVA TIPO OGNI SETTIMANA DIECI GIORNI. “MA IO CHE FACCIO ALLORA ME NE VADO MA QUI MA LA’ MA SU’ MA GIU’ C’E’ ERA.. PERSO!”.