Detenuto malato di cancro: violazione dei diritti umani

“E’ una questione di diritto alla salute e di violazione dei diritti umani”. L’avvocato Antonio Piccolo del foro di Bologna inquadra cosi’ la vicenda che riguarda un suo cliente, Fortunato Maesano, 64 anni, malato di cancro e con altre serie patologie e detenuto in carcere a Parma per reati di criminalita’ organizzata, per conto del quale ha recentemente presentato un’istanza al magistrato di Sorveglianza chiedendo la scissione del cumulo della pena e la misura alternativa della detenzione domiciliare. L’istanza si fonda da un lato su una perizia medica, del professor Giovanni Ussia, secondo cui c’e’ incompatibilita’ tra l’attuale condizione detentiva e le cure che il paziente dovrebbe seguire. Anzi, la permanenza in carcere lo priverebbe della possibilita’ di guarire con rischio di morte. Poi e’ citata la sentenza ‘Cara-Damiani’, con cui la Corte Europea per i diritti dell’uomo condanno’ l’Italia per gli insufficienti standard di assistenza sanitaria in carcere. Maesano, originario del Reggino e condannato a 11 anni per associazione mafiosa e altri reati commessi tra il 1992 e il 2004, fu arrestato in Svizzera dove viveva con la famiglia, e in seguito fu concessa l’estradizione: per questo anche media elvetici si stanno interessando alla vicenda. “Uscirebbe dal carcere come fine pena tra pochi mesi, ma rischiano di non essere sufficienti per guarire”, dice il difensore. L’11 aprile il tribunale di Sorveglianza aveva gia’ respinto un’istanza di scarcerazione, facendo notare la mancanza dei presupposti normativi richiesti. Anche per questo il legale ha formulato ora la richiesta che venga sciolto il cumulo della pena, di modo che i reati ostativi, come l’associazione mafiosa, possano essere gia’ stati espiati. In ogni caso, per l’avvocato, anche questo principio andrebbe bilanciato con le esigenze di cura. Ora attende la pronuncia del magistrato: “Qui e’ in gioco – dice – l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che proibisce la tortura e il trattamento o pena disumano o degradante”.


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