Sangue chiama sangue. E come chiedeva Addolorata Spina, moglie del boss del rione Sanità, Pierino Esposito e mamma di Ciro Esposito ‘o spagnuol entrambi uccisi nel 2015 nella faida di camorra, si devono ammazzare “… il padre e il figlio… non ve lo voglio dire più”. alludendo al fatto che dovevano morire Patrizio Vastarella e il figlio perché “…adda avè lo stesso dolore che aggia avut io la mamma, tale e quale a me lo deve avere”. Lo chiedeva al suo primo figlio Antonio Genidoni mentre lo scorso anno si trovava nella casa di Milano dove il ragazzo stava scontando gli arresti domiciliari. Il capo dei “Barbudos” cacciati dal rione Sanità dai Vastarella stava pianificando l’agguato contro i padroni del rione che poi si tramutò nella strage delle Fontanelle. E la vendetta è arrivata con ritardo ma è arrivata perchè il padre e il figlio sono stati uccisi. Non proprio Patrizio Vastarella e il figlio ma il cognato Vincenzo Staterini ‘o piccoletto e il figlio Emanuele. Sono stati trucidati l’altro giorno in bar tabaccheria del centro di Giugliano dove si erano trasferiti d alcuni anni. ‘o Piccoletto fu uno degli autori della “cacciata” degli Esposito-Spina-Genidoni e del gruppo Mallo dalla Sanità. Gli investigatori sono convinti che il duplice omicidio abbia come matrice di partenza il centro di Napoli anche se non si tralascia la pista giuglianese. Quella che porta alla faida scoppiata tra i Mallardo e i ribelli del gruppo De Biase “paparella”. Uno fatto è certo: chi ha ucciso i due Staterini è un killer professionista che non sbagliato un colpo. Un agguato eclatante e pianificato fin nei minimi dettagli con la complicità e l’assenso dei clan locali che hanno “portato la battuta” avvertendo i killer della presenza dei due nella tabaccheria. Avevano studiato le loro abitudini e avevano deciso di colpirli. Gli inquirenti da due giorni stanno passando al setaccio tutto e tutti. Immagini pubbliche e private poste lungo la zona dell’omicidio, telefoni, celle telefoniche per capire quali hanno agganciato la zona dell’omicidio e perché. Sono stati sentiti familiari, pregiudicati, alcuni dei quali sottoposti anche all’esame dello stube. E’ un’indagine complessa che potrebbe essere foriera di stravolgimenti criminali e nuove alleanze inaspettate e inimmaginabili fino a poco tempo fa. I Vastarella del rione Sanità sono storicamente legati alla Alleanza di Secondigliano e quindi ai Mallardo. Il che escluderebbe il loro assenso o il loro coinvolgimento nel duplice delitto. Ma c’è un ma:Emanuele Staterini negli ultimi tempi si sarebbe legato con i De Biase “Paparella” nemici dei Mallardo e avrebbe commesso anche delle richieste estorsive per loro conto e forse ci sarebbe anche lui dietro alcuni agguati. E anche se il legame familiare tra Vastarella e Staterini è forte non è la prima volta nella storia della camorra che si “sacrificano” familiari per preservare i propri interessi. Ma la pista che porta al rione Sanità e tutt’altro che da scartare. In primo luogo perché in libertà ci sono ancora alcuni esponenti della famiglia Spina che a loro volta sono legati familiarmente ai Sequino della Sanità e che insieme ai Savarese da mesi hanno ingaggiato una cruenta faida con i Vastarella-Tolomelli. E allora ecco che ritorna d’attualità il diktat di Addolorata Spina che voleva la vendetta. “Devono provare lo stesso dolore che provo io. Dobbiamo mirare al cuore di “isso”, intendendo secondo la Dda ad Antonio figlio del ras Patrizio. Hanno colpito il padre e il figlio ma il cognato di Vastarella. Oppure c’è ancora dell’altro dietro il duplice omicidio. Gli investigatori sono al lavoro…
(nella foto da sinistra Addolorata Spina, Emanuele e Vincenzo Staterini)
