Di fronte a ‘Blue Whale‘, sorta di gioco di adescamento on line di origine russa rivolto agli adolescenti che in un crescendo di comportamenti autolesionisti culminerebbe nell’istigazione al suicidio, “credo che l’antidoto piu’ efficace ad allontanare il pericolo che la balena blu catturi i nostri figli, sia non dare per scontato che a noi non possa capitare, o che sia capitato solo a famiglie impreparate o sbandate”. E’ quanto scrive, in una nota, Andrea Muccioli, figlio di Vincenzo, fondatore della Comunita’ di recupero di San Patrignano. In una lunga dissertazione che, tra i diversi punti, tocca anche il ruolo dei mezzi d’informazione e della politica definiti “alquanto latitanti”, Muccioli si interroga sulla dimensione privata, sul cosa possano fare le famiglie per proteggere i ragazzi. “Da semplice genitore – argomenta – credo che l’antidoto piu’ efficace ad allontanare il pericolo che la balena blu catturi i nostri figli, sia non dare per scontato che a noi non possa capitare, o che sia capitato solo a famiglie impreparate o sbandate. Potrebbe capitare anche ai nostri figli, domani”. Quindi, prosegue Muccioli, “antenne dritte. Trasformiamo la paura in sana preoccupazione. Apriamoci al confronto, con i nostri figli, con i loro amici, gli insegnanti, gli altri genitori. Continuiamo ad attingere informazioni. Soprattutto ascoltiamo i nostri figli, che spesso sono quelli che ne sanno di piu’, e dialoghiamo”. Anche “superando, se serve, il pudore o il disagio di andare a scavare in profondita’ sui loro spazi social – sottolinea -. Osservando con amore ed attenzione le relazioni, le abitudini, i rapporti, a tutti i livelli, intrattenuti dai nostri figli ogni giorno, e su ogni loro possibile, leggero cambiamento. Continuando ad impegnarci, a crescere ogni giorno – conclude Muccioli – per diventare persone e genitori migliori”.