Fidanzati uccisi, Kari: “Mi offrirono centomila euro per ucciderli”

Centomila euro per uccidere Teresa Costanza e Trifone Ragone. Al processo per il duplice omicidio di Pordenone ieri è stata la volta di Lorenzo Kari. L’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Padova, nel luglio 2015 rivelò di essere stato avvicinato da persone che volevano che Teresa morisse perché testimone scomodo di un omicidio avvenuto a Brescia. Dichiarazioni che ieri, dinanzi alla Corte di Assise di Udine, il teste ha ripetuto, nonostante su di lui gravino le accuse di calunnie e false informazioni ai pm. In effetti, la Procura, che pure vagliò a suo tempo la pista bresciana, ha considerato l’uomo inattendibile non trovando alcun tipo di conferma rispetto a quanto da lui affermato. Ma ieri in aula Kari è arrivato come teste della difesa dell’unico imputato per l’omicidio di Teresa e Trifone, ossia il giovane ex militare di Somma Vesuviana Giosuè Ruotolo.

“Mi offrirono 100 mila euro per uccidere Teresa e Trifone. Accettai ma non li avrei uccisi, volevo solo prendere i soldi”. Kari ha sostenuto di essere stato avvicinato nel 2014 nel carcere di San Vittore da un altro detenuto che gli avrebbe offerto il denaro per assassinare Teresa. Stando al racconto di Kari, il detenuto temeva le rivelazioni di Teresa su un altro omicidio avvenuto nel bresciano nel 2013, il delitto Stabile.La versione dei fatti fornita dal pregiudicato, qualora rispondente a verità, cambierebbe ovviamente del tutto la posizione dell’ex coinquilino di Trifone, che finora si è sempre dichiarato innocente. E Kari quella versione dei fatti l’ha raccontata anche ieri. Teresa Costanza doveva morire per non confessare quanto sapeva. E con lei doveva morire, sempre stando alle parole di Kari, anche il fidanzato, che avrebbe potuto aver appreso dalla compagna quanto accaduto. Due morti per centomila euro: Kari accettò, anche se non aveva mai pensato di ucciderli realmente, bensì soltanto di orchestrare una truffa e sparire una volta intascato l’anticipo. E così fece: dopo sopralluoghi nei luoghi frequentati dalle vittime e dopo aver avuto parte della cifra promessa, 18mila euro, il 54enne fece perdere le proprie tracce, salvo poi finire nelle mani delle forze dell’ordine, che lo hanno arrestato per i reati, tra gli altri, di furto, rapina, resistenza a pubblico ufficiale ed evasione.


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