Inchiesta Consip, Scarfato: “Informai immediatamente la Procura del cessato allarme sulla presunta presenza dei servizi segreti”

“Avvisai immediatamente gli inquirenti del cessato allarme”. sul presunto non coinvolgimento di personaggi legati ai servizi segreti nelle indagini sul caso Consip. Lo ha spiegato l’altro giorno ai pm della Procura di Roma il capitano dei carabinieri Gianpaolo Scafarto nel corso dell’interrogatorio. L’ufficiale dell’Arma, vice comandante dei Noe, è accusato di due episodi di falso in relazione a quanto affermato nell’informativa finale sull’inchiesta Consip. La segnalazione rispetto ai 007 attengono – si spiega – la giornata del 18 ottobre del 2016 quando nel corso di alcuni accertamenti svolti vicino gli uffici romani di Alfredo Romeo i militari del Noe notarono la presenza di persone “sospette” e, in particolare, un Suv che si ritenne potesse essere “una macchina tecnica dotata di telecamere”. Scafarto in tal senso ha chiarito che dal pedinamento non è emerso nulla e l’autista è “risultato estraneo allo scenario prospettato”. Come mai però nel rapporto si decise di non citare o quasi la circostanza? All’interrogativo posto dai magistrati agli ordini del procuratore Giuseppe Pignatone, Scafarto ha spiegato di ritenere irrilevante la verifica fatta. Anche se in tre telefonate intercettate il tono è stato in qualche modo diverso. In particolare l’ufficiale, conversando con terzi, “attribuisce l’omessa indicazione di tali fatti non a un giudizio di irrilevanza ma ad una ‘scelta investigativa'” e così Scafarto risponde: “Il concetto di scelta investigativa e operativa coincide nella mia prospettazione con quello di irrilevanza. Preciso che del ‘cessato allarme’ ho immediatamente riferito alla Procura di Napoli. Quanto alla contestazione dell’ufficio ribadisco che ho ritenuto irrilevante tale circostanza, perciò non l’ho riportata”.


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