La commissione anticontraffazione a Napoli: “Un business per la camorra, anche i detersivi e farmaci sono taroccati”

“A parita’ di investimento, i guadagni della contraffazione possono essere pari o superiori a quelli del traffico di droga. Pero’, in termini sanzionatori, si rischia un intervento molto meno forte”. E’ questa la spiegazione che da’ Mario Catania, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria, che in conferenza stampa ha fatto il punto sulla missione durata due giorni in citta’ in cui la Commissione ha incontrato il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, il sindaco, Luigi de Magistris, i vertici locali di polizia, procura, carabinieri, guardia di finanza, e le principali autorita’, associazioni e sindacati di Napoli e della Campania. Secondo Catania, a Napoli esiste ancora un “hub della contraffazione” benche’ il fenomeno sia “sempre piu’ pervasivo in tutto il Paese” e “abbracci, ormai, qualsiasi settore merceologico”. La contraffazione e’ ancora punita “con una reclusione da 6 mesi a 3 anni e multe da 2500 a 25000 euro” e questa sanzione “riguarda indistintamente il singolo venditore ambulante – suggerisce – o la grande organizzazione criminale”.

L’idea della Commissione e’ che “la percezione che ha l’opinione pubblica di questo illecito e’ di bassa intensita’: la si considera un peccato veniale, un fatto poco importante sbagliando completamente. Dimenticano – dice Catania – che la contraffazione in mano alla grande criminalita’ finisce per finanziare anche illeciti molto piu’ gravi, fornendo liquidita’ alle organizzazioni criminali per fare cose anche peggiori e la contraffazioni danneggia le imprese e i lavoratori italiani: secondo il Censis costa 100 mila posti di lavoro”. Nel corso della Commissione, i parlamentari hanno visitato anche i comandi della Guardia di Finanza “quotidianamente impegnati – spiega il comandante provinciale della Gdf di Napoli, Gianluigi D’Alfonso – nel contrasto alla contraffazione e alla pirateria commerciale sia in fase di controllo economico, con 50 pattuglie su strada, che in fase investigativa”. In particolare, nel 2016, a Napoli sono stati 1159 gli interventi in materia di contraffazione (1538 in Campania), con 1227 persone denunciate solo nel capoluogo e un totale oltre 17 milioni di prodotti sequestri.

A differenza del passato, quando veniva contraffatto soltanto prevalentemente il prodotto tessile, l’abbigliamento o l’audiovisivo, oggi nessun settore merceologico sfugge alla contraffazione. C’e’ un mercato del falso perfino per i detersivi”.Ha spiegato ancora Mario Catania, parlando durante la missione in citta’ per fare il punto sullo stato di un fenomeno che “attira sempre l’interesse della grande criminalita’ – aggiunge Catania – perche’ il lucro possibile e’ molto elevato rispetto all’investimento, mentre e’ molto basso il rischio sanzionatorio”. Una nuova importante filiera della contraffazione colpirebbe anche il mercato “del farmaco, quello che viaggia su internet. Il 70 – 80% dei prodotti farmaceutici acquistati su internet, fuori dai rivenditori legali, o e’ privo del principio attivo – conclude Catania – o lo presenta in misura minore rispetto a quella indicata dalla confezione o comunque e’ inidoneo”.


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