Marano, il gioielliere ucciso da una persona che conosceva

Una rapina sfociata in omicidio. Oppure un omicidio che sembra una rapina. Qualcosa non quadra per i carabinieri di Giugliano in Campania  che da stamattina stanno indagando sull’uccisione di un gioielliere di 43 anni, Salvatore Gala, trovato senza vita nel suo negozio di via Merolla, 77, a Marano di Napoli. Gala, separato e padre di una bimba di 7 anni, e’ stato assassinato nella tarda serata di ieri, con un solo colpo di pistola alla tempia, nella sua gioielleria. Il negozio, chiuso dall’interno, era a soqquadro. La cassaforte aperta e svuotata del contenuto. Il corpo della vittima, invece, era dietro il bancone, riverso a terra in un lago di sangue, con il viso rivolto verso il basso. La sezione rilievi scientifici dei carabinieri di Castello di Cisterna e i militari di Giugliano in Campania, hanno passato al setaccio l’intero negozio alla ricerca di tracce, coordinati dal magistrato di turno della Procura di Napoli Nord. Chi ha ucciso Salvatore, prima di lasciare il luogo del delitto, ha smontato e portato via il router attraverso il quale le webcam wi-fi del sistema di sorveglianza si collegano a un computer per scaricare i video. Secondo indiscrezioni, non ci sarebbero riprese di quanto accaduto all’interno della gioielleria perche’ e’ stato rimosso un convogliatore di rete che inviava le immagini della telecamera interna al pc del sistema di videosorveglianza; pc che, peraltro, potrebbe essere stato gia’ spento al momento in cui il 43enne e’ stato ucciso.

Il pc, pero’, e’ stato trovato al suo posto. I carabinieri hanno ascoltato diverse persone, tra cui i familiari della vittima e anche la ex moglie. Salvatore viene descritto, da chi lo conosceva, come una persona mite, tranquilla. Secondo alcuni testimoni, ieri sera, si e’ attardato in negozio. Forse proprio questa circostanza ha favorito chi e’ entrato in azione. Qualcuno lo ha visto vicino alla gioielleria, intorno alle 21,30, mentre parlava al telefono. Qualcun altro avrebbe sentito dei rumori sospetti provenire dalla gioielleria intorno alle 23. Tutti indizi da provare. Determinanti potrebbero risultare, a questo punto, le immagini dei sistemi di video sorveglianza della gioielleria e dei negozi vicini.

A dare l’allarme, stamattina, e’ stata la madre della vittima. Diverse volte ha cercato, inutilmente, di mettersi in contatto con il figlio. A scoprire il cadavere di Salvatore, che si faceva chiamare Maurizio, e’ stato il titolare della lavanderia Aurora, che si trova vicino alla gioielleria. E’ lui stesso, parlando all’Ansa, a spiegare com’e’ andata: “Quando ho aperto il negozio, alle 6:40 – dice Giuseppe Iavarone – la saracinesca della gioielleria era gia’ aperta. Non ho sospettato che fosse successo qualcosa. Poi e’ arrivata la zia, che ha bussato alla porta del negozio, ma nessuno ha aperto. Alle 9 e’ arrivata anche la sorella, la quale, preoccupata, si e’ subito recata a Qualiano, dove la famiglia abita, per recuperare le chiavi di riserva. Quando e’ tornata ha chiesto a me il piacere di aprire il negozio. Mi sono trovato di fronte un negozio messo a soqquadro. La cassaforte era aperta e vuota. Quando mi sono affacciato al bancone davanti mi sono ritrovato una scena raccapricciante: Salvatore era a terra, in una pozza di sangue”. “Non volevo dire nulla alla madre – continua Giuseppe – che stava aspettando qualche notizia. Io non ho parlato, ma lei ha capito guardandomi in faccia”. 

 La famiglia Gala e’ molto nota a Marano. La gioielleria fu aperta in passato dal padre di Salvatore Gala, e poi era passata in gestione alla vittima. “Quando ho aperto il negozio, alle 6:40, – dice ancora Giuseppe Iavarone – la saracinesca della gioielleria era gia’ aperta. Non ho sospettato che fosse successo qualcosa. Poi e’ arrivata la zia, cha ha bussato alla porta del negozio, ma nessuno ha aperto. Alle 9 e’ tornata la sorella, che poi si e’ recata a Qualiano, dove la famiglia abita, per recuperare le chiavi di riserva. Quando e’ tornata ha chiesto a me il piacere di aprire il negozio. Mi sono trovato di fronte un negozio messo a soqquadro. La cassaforte era aperta e’ vuota. Quando mi sono affacciato al bancone davanti mi sono ritrovato una scena raccapricciante: Salvatore era a terra, in una pozza di sangue. Non so dire se e’ stato vittima di un colpo di pistola o di una martellata in testa”. Giuseppe Iavarone definisce Salvatore, che in citta’ veniva chiamato anche Maurizio, come un giovane “tranquillo, un po’ solitario, ma tranquillo”. Il comune di Marano, sciolto per infiltrazioni mafiose alla fine del 2016, e’ amministrato da una commissione straordinaria composta dal prefetto Antonio Reppucci, dal vice prefetto Maria Ludovica De Caro e dal funzionario Francesco Greco. A breve diventera’ anche sede di una compagnia dei carabinieri. “Non ho mai avuto problemi – dice ancora il titolare della lavanderia – mi sento tranquillo ma, ultimamente la criminalita’ si sta facendo sentire di piu'”.


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