Non c’è pace nemmeno per i morti nella città presa d’assalto dalle bande di ladri. L’altra sera i malviventi sono entrati in azione l’altra sera nel cimitero di via Vallesana portando via suppellettili in rame e alluminio. Si tratta di oggetti molto richiesti sul mercato e che potrebbero fruttare alcune migliaia di euro. I ladri sono risuciti ad entrare nella struttura con estrema facilità : è stato necessario forzare il cancelletto all’ingresso del cantiere in cui almeno fino a un anno e mezzo fa, erano in corso i lavori per l’ampliamento. Per portare via i portafiori hanno utilizzato un cassonetto della spazzatura, precedentemente svuotato, riempendolo poi con tutto ciò che sono riusciti a portare via. L’area non è coperta da un sistema di videosorveglianza. L’allarme è stato lanciato dai custodi della struttura che hanno denunciato l’accaduto alla polizia municipale e ai carabinieri della locale tenenza.
Durante il raid non hanno esitato a danneggiare anche alcuni marmi posti a copertura dei fossi di inumazione. Non è la prima volta che succede questo, soprattutto nel cimitero di Marano. Già in precedenza erano stati denunciati furti di oggetti. I malviventi, in precedenza erano riusciti addirittura a penetrare nella contigua chiesetta di Vallesana, dove è custodita l’effige della Madonna della Cintura, trafugando suppellettili e gioielli di grande valore commerciale e simbolico. L’ennesima irruzione nel cimitero comunale ha scatenato l’ira dei familiari dei defunti. «Rubano di tutto ormai – dice una delle anziane che di buon’ora si recano nel cimitero – persino gli oggetti meno preziosi. Loro ne ricavano ben poco, mentre a noi utenti costa molto far riparare le lapidi e i marmi danneggiati». Indignati anche gli utenti dei social: «Ormai dobbiamo essere attenti a tutto, anche a cosa dover posizionare sulle tombe dei nostri cari – scrivono Milena e Stefania – Siamo stanchi. Non siamo al sicuro nelle nostre case, per strada e ora persino in un luogo sacro come il cimitero. È assurdo – aggiungono – che una struttura del genere non sia adeguatamente controllata. C’è solo la telecamera all’ingresso»