Pezzi da cento dollari stipati in pacchi da mille in una valigetta di pelle nera. Per contarli tutti c’e’ voluta quasi mezz’ora: erano l’equivalente di 64mila euro. E rappresentavano sola la prima delle quattro tranche di una maxi-tangente da quasi 800mila euro che tre imprenditori avrebbero versato al presidente della Repubblica di Panama, Ricardo Martinelli, al suo ministro della Giustizia, Roxana Mendez, oltre ad altri esponenti politici dello Stato del sudamericano. Ora la richiesta di rinvio a giudizo per quattro persone tre imprenditori e il napoletano Valter Lavitola, ex direttore de ‘L’Avanti’. Un sistema di corruzione internazionale ideato proprio a Napoli, secondo la Procura, da Lavitola, gia’ condannato per una tentata estorsione ad danni della multinazionale Impregilo, e indagato e processsato per concorso in corruzione con Silvio Berlusconi nel processo nato dall’inchiesta nota come ‘compravendita di senatori’, reato questo dichiarato andato in prescrizione il mese scorso. Lavitola sarebbe stato il ‘regista’ di un piano corruttivo che avrebbe dovuto favorire Angelo Capriotti, Paolo Passalacqua e Claudio Fagiano, responsabili dei consorzi di imprese Svemark e Sve, costituite con lo scopo di realizzare cinque carceri modulari a Panama. Un lavoro da 167milioni di euro che avrebbe cambiato le sorti dei tre imprenditori. Fu Valter Lavitola, secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Henry John Woodcock, ad organizzare la trattativa per il pagamento delle tangenti grazie ai rapporti consolidati che aveva instaurato a Panama. Otto milioni di euro in totale da versare a una buona parte dello staff amministrativo del governo panamense e un elicottero con interni in pelle del valore di circa dieci milioni per il presidente. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e la prossima udienza e’ fissata il 31 maggio davanti al gup del tribunale di Napoli.