Patrizia Attruia è stata ammazzata di botte e non è stata stordita prima di essere uccisa. A precisarlo è stata la perizia del tossicologo Carmelo Furnari e del medico legale Giovanni Arcuri fatta sul corpo della donna il cui cadavere è stato ritrovato a Ravello nel pomeriggio del 27 Marzo 2015. La perizia è stata disposta dai giudici della Corte d’Assise di Salerno davanti ai quali è imputato per omicidio Vincenza Dipino. I giudici hanno anche escluso lo strozzamento con le mani ma è evidente un colpo, un pugno, sferrato alla fronte della vittima da una mano che indossava un anello a forma rettangolare, mentre il colpo alla gola sarebbe stato dato da un oggetto contundente, forse un bastone o, addirittura, un avambraccio. Non sono stati riscontrati graffi ma un segno potrebbe essere stato provocato da una catenina che la vittima aveva al collo, i periti però sono molto dubbiosi che una catenina abbia potuto provocare altre lesioni. Dagli elementi iconografici non si è potuto stabilire se i segni sul collo della donna siano stati provocati da due persone diverse, tantomeno è stato possibile ricondurre a lesioni contusive all’azione di un soggetto di sesso maschile o femminile. La cosa che appare scontata è che alla vittima sono stati inferti una serie di colpi fino ad ucciderla. La vittima viveva con il compagno, Giuseppe Lima, nell’abitazione di Vincenza Dipino che – rimasta sola dopo la morte della madre adottiva – li aveva ospitati visto che la coppia aveva problemi economici per mancanza di lavoro stabile di entrambi. A quanto pare tra Vincenza Dipino e Giuseppe Lima era nato un legame sentimentale che Patrizia Attruia probabilmente aveva scoperto. Ed è proprio la pista passionale che è stata seguita dai carabinieri. A nulla servì la messa in scena del compagno che allertò i militari dopo il ritrovamento del cadavere rinchiuso in una cassapanca. Prima il cerchio investigativo si chiuse intorno a Vincenza Dipino e, poi, intorno allo stesso Giuseppe Lima.
La pista principale, per dare un movente al delitto, subito seguita dai carabinieri, è stata proprio quella legata a questioni sentimentali. A nulla servì la messa in scena del compagno che, allertò i carabinieri, dopo il ritrovamento del cadavere rinchiuso in una cassapanca. Il processo continuerà il prossimo 22 maggio, mentre il 29 maggio sono previste le arringhe difensive.