Otto persone a processo per la morte di Giovanni Grasso, il 22enne operaio di Calvizzano, precipitato il 9 giugno 2012 dal tetto di un’azienda di Fisciano, la Me.Ca di proprietà della famiglia Ferrara. In sei affronteranno il giudizio ordinario, mentre uno ha scelto il rito abbreviato e un altro il patteggiamento.Lo ha deciso il Gup del tribunale di Salerno, Donatella Mancini che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Elena Guarino, titolare dell’inchiesta. L’accusa per tutti è di omicidio colposo. La vittima era dipendente della ditta  Gaia Energy di Grumo Nevano e stava istallando pannelli fotovoltaici sul tetto dell’azienda di Fisciano. Secondo le risultanze investigative l’appalto per l’installazione dei pannelli fotovoltaici sarebbe infatti passato in subappalto alla società per la quale lavorava Grasso. Alla sbarra per questo ci sono il direttore dei lavori e i responsabili delle varie ditte coinvolte nell’incidente. La tragedia si consumò il 9 giugno del 2012. Giovanni Grasso mentre era sul tetto dell’azienda perse l’equilibrio e precipitò nel vuoto, da un’altezza di una decina di metri. Morì poco dopo per le gravi le lesioni interne riportate dallo schianto. Giovanni era sposato e padre di un bambino di appena due anni: la moglie si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Biagio Vallefuoco.