Pagava il pizzo ai due clan che imperversano nel territorio in cui sorgono le sale scommesse di cui è titolare. Migliaia di euro al mese consegnate sia ai Capasso – Castaldo che ai Mazzarella. E così stanco delle continue richieste estorsive ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri che ieri hanno arrestato quattro del clan Capasso-Castaldo di Marigliano.
Dopo le prime manette scattate il 10 maggio ai polsi di Giovanni Rega, nipote del boss Tommaso Rega detto chirichiello ieri l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Dda di Napoli nei confronti dei due fratelli Giovanni Castaldo detto ‘o luongo e Rosario Castaldo; Luigi e Salvatore Esposito, zio e nipote, l’uno detto o’sciamarro e l’altro o’ sciamarriello. Luigi Esposito si trovava già in carcere dove è rinchiuso dal mese di novembre del 2016 sempre per una vicenda legata a richieste di pizzo nei confronti del titolare di un istituto di vigilanza privata. L’imprenditore vittima dei due gruppi criminali, pur trovandosi agli arresti domiciliari, era diventato una sorta di bancomat dei clan della camorra dell’area Nolano. Ogni mese era costretto pagare tangenti da 1000 euro che diventavano 2 mila a Natale, Pasqua e Ferragosto. E quando in alcune occasioni l’imprenditore ha cercato di rinviare i pagamenti sono arrivate minacce, lettere con proiettili e in un caso alcune l’incendio di uno dei centri scommesse a Marigliano. ma da ieri il suo incubo è finito.
(nella foto da sinistra Giovanni Rega, il ras Luigi Esposito ‘o sciamarro e il nipote Salvatore ‘o sciamarriello)