“Chi peensa di risolvere licenziando la gente non e’ un buon imprenditore, e’ un commerciante: oggi vende la sua gente, domani la sua stessa dignita'”. Questo il monito lanciato da Papa Francesco all’Ilva di Genova, un gigante della siderurgia oggi in ginocchio. “Un imprenditore – ha detto – soffre se deve licenziare. E da questa sofferenza nascono spesso buone idee per limitare i licenziamenti”. ( Francesco ha raccontato l’incontro a Santa Marta avuto con un imprenditore in difficolta’: “un uomo che piangeva, mi disse: ‘sono venuto a chiedere una grazia sono al limite e devo fare una dichiarazione di fallimento, questo significherebbe licenziare una sessantina di lavoratori e non voglio perche’ sento che licenzio me stesso’. E questo piangeva, lottava e pregava per difendere la sua gente, era la sua faimiglia”. Secondo il Papa, “una malattia dell’economia e’ la progressiva trasformazione degli impernditori in speculatori, sono due tipi diversi. Gesu’ usa la parola mercenario per contrapporlo al buon pastore, in quanto non ama la sua azienda e i lavoratori ma li vede come mezzi per fare profitto, licenziare, chiudere spostare azienda: tutto questo non gli crea problema, perche’ usa le persone e mezzi per il suo obiettivo di profitto”. “Le imprese buone – ha aggiunto – sono amiche delle persone e dei poveri”.