Patto scellerato tra carabinieri ‘infedeli’ e la camorra dei paesi vesuviani: verso il processo 16 persone

Torre Annunziata. Facevano parte di un’associazione per delinquere che trafficava in sostanze stupefacenti e riciclava danaro per conto del clan Casillo-Aquino-Annunziata: un professionista e un carabiniere, avrebbero aiutato i componenti dell’organizzazione criminale a eludere controlli e a mettere in atto piani criminali. Sono queste le pesanti accuse che il pm Raffaello Falcone ha formulato nei confronti dell’avvocato, Giovanni De Caprio e dell’appuntato dei carabinieri Sandro Acunzo, all’epoca in servizio presso il Nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata. De Caprio e Acunzo sono due dei sedici indagati tra i quali pregiudicati, ufficiali dei carabinieri e pentiti per i quali la Dda di Napoli ha formulato l’avviso di conclusione delle indagini. Pochi mesi fa la richiesta choc di arresto per carabinieri e pregiudicati, tra i quali Francesco Casillo, alias ‘a vurzella, istigatore e trait d’union tra esponenti dello Stato infedeli e la camorra

Il boss, i suoi più stretti collaboratori, il suo avvocato, il pentito e 10 tra alti ufficiali, ufficiali e carabinieri semplici. Sono in tutto 16 le persone coinvolte nelle inchieste sulle divise sporche a Torre Annunziata e per le quali il pm Raffaello Falcone della Dda di Napoli ha firmato l’avviso di conclusione indagine. Per la maggior parte di essi la Dda di Napoli ha chiesto per ben due volte l’arresto. La prima volta è stato il gip a rigettare la misura, rigetto al quale ha fatto Appello al Riesame il pubblico ministero titolare dell’inchiesta. I giudici non hanno ancora svolto la riserva dopo l’udienza del 14 marzo scorso. La Procura ha chiesto l’arresto del boss di Boscoreale, Francesco Casillo ‘a vurzella, del suo avvocato, Giovanni De Caprio, del pusher Luigi Izzo ma anche dei carabinieri Sandro Acunzo, Gaetano Desiderio, Francesco Vecchio, Franco De Lisio, Antonio Formicola, Antonio Santaniello, Catello Di Maio, Antonio Paragallo e Santo Scuderi, tutti in servizio presso il comando gruppo di Torre Annunziata dagli inizi degli anni 2000. Tra gli indagati che ora figurano nell’avviso di conclusione delle indagini anche il tenente colonnello Pasquale Sario all’epoca dei fatti contestati maggiore presso il comando gruppo oplontino. Il pm Raffaello Falcone ha parlato di “Un vero e proprio scellerato connubio ed intreccio di interessi tra i militari indagati e Casillo”. Istigatore di quel patto proprio il boss, Francesco Casillo ‘a vurzella, che in alcuni momenti sembra colui che è tenuto sotto lo scacco del ricatto da alcuni dei carabinieri coinvolti, come quel Sandro Acunzo – poi cacciato dall’arma – che con lui ha fatto affari: droga, perlopiù, ‘rubata’ durante i sequestri e poi reimmessa sul mercato.

La Procura ha documentato i rapporti tra esponenti della cosca vesuviana e gli esponenti delle forze dell’ordine, utilizzati per nascondere prove o crearne nei confronti degli esponenti delle cosche avverse. Oppure le trattative per la cattura del giovane figlio di un esponente del clan Gionta, responsabile dell’uccisione del Tenente Marco Pittoni, ucciso in un tentativo di rapina alle Poste di Pagani. Prove preordinate e patti scellerati tra camorra e carabinieri infedeli anche per la cattura di pericolosi latitanti.

Rosaria Federico

I NOMI:
1. Francesco Casillo
2. Luigi Izzo
3. Giovanni De Caprio
4. Sandro Acunzo
5. Gaetano Desiderio
6. Pasquale Sario
7.Francesco Vecchio
8. Franco De Lisio
9. Antonio Formicola
10. Antonio Santaniello
11. Catello Di Maio
12. Antonio Paragallo
13. Santo Scudieri
14. Orazio Bafumi
15. Carlo Padovani
16. Giovanni Donnarumma

 


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