Pompei, un furto su commissione negli Scavi: il ladro sapeva che non ci sono telecamere nella saletta

E’ difficile il compito degli investigatori chiamati a risalire ai responsabili del clamoroso furto commesso , probabilmente la notte scorsa, nella mostra dedicata a “Pompei e i Greci”, perché nella saletta che ospitava la borchia in bronzo che decorava il palazzo italico del VI secolo avanti Cristo, di Torre di Satriano (in Basilicata) non c’é videosorveglianza. E chi ha agito coperto dall’oscurità della note lo sapeva benissimo. Avrà fatto più di un sopralluogo oppure c’è qualcuno che dall’interno gli ha suggerito la faciltà di compiere il furto senza essere scoperti e senza che suonassero allarmi. Eppure, assicura l’architetto Paolo Mighetto, responsabile per la mostra, “tutto l’allestimento segue gli standard di sicurezza internazionali cosi’ come sono stati richiesti dai Musei che hanno inviato i reperti in esposizione”. Quindi, gli enti prestatori dei beni archeologici in mostra, cioe’ il British Museum, il museo di Monaco, quello di Olimpia (in Grecia) e gli altri musei italiani, come il “Dino Adamesteanu” di Potenza (a cui appartengono le borchie del palazzo italico), e che hanno generosamente contribuito al progetto della mostra “Pompei e i Greci”, hanno dato disposizioni precise sul modo in cui andavano protetti i loro reperti, “in base al valore del pezzo prestato” spiega ancora l’architetto Mighetti. Quanti visitatori si recano alla mostra? Questo non e’ possibile stabilirlo, perche’ i numeri degli Scavi di Pompei, soprattutto nel fine settimana, sono imponenti, una media di 12 mila al giorno, con picchi di 15 mila ingressi. Solo una parte, pero’, chiede di entrare nella Palestra Grande per il tour tra le meraviglie dei ritrovamenti che hanno rivelato quanto la cultura greca si sia imposta nelle case dei pompeiani e nel Mediterraneo. “Dobbiamo installare un contatore – afferma l’architetto Mighetti – cosi’ potremo definire il numero di turisti della mostra. Ma al momento non possiamo dire nel giorno della sottrazione del reperto quante persone siano entrate nell’area di esposizione”. 

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