Processo per la morte di Fortuna Loffredo, proiettili e minacce per il giudice di Napoli Barbarano

Processo per la morte di Fortuna Loffredo: minacce di morte al giudice Alfonso Barbarano, presidente della quinta corte d’Assise di Napoli. Un pacco contenente due proiettili è stato spedito al Tribunale di Napoli, insieme ad un foglio con la scritta ‘Queste pallottole sono per te e per altri’. Il giudice Barbarano è il presidente del collegio di giudici che da un anno è impegnato nel dibattimento del processo per la morte di Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni violentata e uccisa il 24 giugno del 2014 nel parco verde di Caivano. Fu trovata morta, riversa al suolo, dopo essere stata probabilmente gettata dal balcone dei piani alti di un edificio Iacp inglobato tra i palazzoni del Parco verde.

Il plico arrivato in Tribunale è stato trasmesso alla Polizia per gli esami balistici sui proiettili e per verificare se sulla busta siano ancora impresse impronte digitali leggibili o tracce che possano far risalire agli autori della minaccia. Il laboratorio della polizia scientifica, sotto la guida del primo dirigente Fabiola Mancone, eseguirà i test per risalire agli autori della minaccia. Già nei mesi scorsi, il presidente Alfonso Barbarano è stato oggetto di pesanti minacce: in particolare gli fu recapitata una lettera anonima alcuni mesi fa. Ora il biglietto con i proiettili e la ‘raccomandazione’ a non creare ‘problemi’ nel processo a carico degli assassini di Fortuna Loffredo. L’indagine, dopo gli accertamenti a Napoli, verrà trasmessa per competenza alla Procura di Roma, competente ad indagare visto che la parte offesa è un magistrato del distretto di Corte di Appello di Napoli. Il fascicolo è affidato in via temporanea al pm Stefania Buda, con il coordinamento del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. 

I magistrati napoletani hanno interessato, inoltre, i colleghi della Procura di Napoli Nord – guidata dal procuratore Francesco Greco – visto che l’inchiesta per la morte della piccola Fortuna è stata seguita dai pm Claudia Maone e dal procuratore aggiunto Domenico Airoma, di quella Procura. Imputati nel processo che si sta celebrando davanti ai giudici della Corte d’Assise di Napoli sono Raimondo Caputo, detto Titò, accusato di omicidio e violenza sessuale; la sua ex convivente Marianna Fabozzi, che risponde invece di concorso in violenza sessuale a carico delle sue tre figlie. Marianna Fabozzi è indagata in un’altra tranche di indagine per l’omicidio volontario del figlio, Antonio Giglio, il piccolo scaraventato dal balcone di casa il 27 aprile del 2013.


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