Rai, il caporedattore fece assumere la moglie: per la Cassazione non è licenziabile

A riprova del fatto che una moglie – come sosteneva Alberto Sordi che per questo non si e’ mai voluto sposare – e’ una “estranea in casa” e non una parente, la Cassazione ha confermato la correttezza del comportamento di un caporedattore della Rai, Livio Leonardi, che nel modulo con il quale aveva chiesto all’azienda un contratto di lavoro autonomo per la moglie, aveva negato, sottoscrivendolo, di avere “rapporti di parentela” con la signora evitando cosi’ di incorrere nel divieto previsto dal regolamento della tv pubblica di assumere i familiari dei dipendenti. Con il suo verdetto, la Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso dell’azienda che voleva il licenziamento di Leonardi per aver taciuto il suo ‘legame’ con la donna per la quale aveva chiesto un ingaggio “come invitata intervistata” al suo programma ‘Paese che vai’ nel periodo dal 20 settembre al 31 ottobre 2013. Secondo la tv pubblica, questo comportamento omissivo aveva intento “fraudolento”, dal momento che in Rai vige il divieto di contrattualizzare i parenti tra i quali, in base al “senso comune”, vanno considerati anche i coniugi. Ad avviso dei legali della Rai, il caporedattore era stato quanto meno “reticente” nel non far cenno “della sua qualita’ di coniuge all’atto della richiesta di un contratto di lavoro autonomo in suo favore e di compilazione del predetto modulo senza la barratura della casella ‘condizioni ostative’ (tra le quali anche quella di coniugio)”. La tesi non e’ stata condivisa dalla Cassazione che ha sottolineato come “parentela” e “coniugio” sono due cose diverse e non c’e’ alcun motivo di intendere i due termini con riferimento a “un atecnico ‘comune sentire'” piuttosto che “in senso costituzionalmente orientato”. In base alle legge – concludono gli ‘ermellini’ – non c’e’ alcuna “possibile inclusione nelle nozioni di parentela e affinita’ di quella di coniugio”. Cosi’ il ricorso di Viale Mazzini e’ stato respinto con condanna a pagare seimila euro di spese legali in favore di Leonardi. Il verdetto e’ conforme a quello emesso in primo grado dal Tribunale di Roma e poi dalla Corte di Appello nel 2015.


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