Gigi Genovese, preparatore dei portieri festeggia le nozze d’argento con la Salernitana: giunse dal Nola nel 1992 per difendere i pali dell’ippocampo. Da allora una vita tutta granata, poche pause. «Prima ero più atletico – sorride . Il traguardo m’inorgoglisce, sono fortunato. Nel nostro campo è raro, siamo zingari. Salerno regala sempre emozioni». Tre stagioni da calciatore, quindici da mister dei portieri. Mai sopra le righe. Cambiano presidenti e allenatori ma Gigi Genovese da Cerveteri, classe 61, si fa sempre apprezzare. Nell’ultimo torneo ha allenato Terracciano e Gomis. A parità di presenze (21) l’italo-senegalese ha dato più sicurezza, incassando 17 gol; il predecessore 10 in più. Merito/demerito di tutti. «Pietro ha qualità tecniche e fisiche importanti. Ha iniziato bene, fino alla decima giornata è stato tra i più positivi. Poi c’è stata una flessione di tutti. In qualche occasione lui stesso sa che avrebbe potuto far meglio commenta Genovese – Alfred non lo scopro io. È in B da 4 anni, lo seguo dalla finale Primavera 2013 quando col Torino perse contro la Lazio di Bollini e… Strakosha». Assist. Il dualismo con l’albanese ha fiaccato psicologicamente Terracciano, che tornerà a Catania. «Di portiere ne gioca uno. Avere un dodicesimo acclarato dà più tranquillità ma sono anche discorsi societari: se vuoi vincere devi premunirti in caso di mancanze, salvaguardando la competitività dice . Strakosha? Ha mostrato il suo valore alla Lazio. L’esperienza di Salerno, piazza esigente, è servita. Si vedeva che aveva qualità , è un gran lavoratore: veniva un’ora prima al campo e andava via un’ora dopo». Ne ha visti di portieri il 56enne tecnico. «I più forti? Balli, Pinna, Gori. Ma anche Botticella, Iannarilli, Polito, Soviero e il povero Franco Mancini che fu mio compagno a Foggia. L’ho anche allenato, lo ricordo con affetto», afferma Genovese. Che ha collaborato con Pioli, Ammazzalorso, Gregucci, Costantini, Cuoghi, Novelli, Bellotto, Agostinelli, Brini, Castori, Breda, Perrone, Galderisi, Sanderra, Menichini, Torrente, Sannino e ora Bollini. Ma tutto iniziò con Delio Rossi: «Grazie a lui e Pavone faccio questo mestiere. Delio è stato importante per me, l’ho seguito anche altrove, poi ho scelto di avvicinarmi a casa. Altro grande mister è Pioli. Pure con Breda ho un rapporto molto stretto». I presidenti. Casillo, Aliberti, Lombardi, ora Lotito e Mezzaroma. Oggi un punto interrogativo: le elezioni di lega. «Questa società ha dato solidità . Con la precedente gestione avemmo problemi. Anche con Aliberti si stava bene, l’estromissione del 2005 fu cattiveria grossa racconta – Lotito e Mezzaroma sono ambiziosi, non si può dire nulla a chi porta una società dalla D alla B in 5 anni. Non so come andranno le elezioni ma se Lotito dovesse lasciare, Mezzaroma proseguirebbe: è legatissimo, anche se è a Roma viene spesso e ci segue con interesse. Magari non tutti gli anni la ciambella può uscire col buco ma hanno allestito sempre squadre competitive». Unico neo, le strutture. «Già Delio nel ’93 chiedeva due giocatori in meno e un campo in più. Servono impianti adeguati per ottenere risultati, pure a livello giovanile. La difficoltà del girone d’andata nel 2016 è anche legata all’Arechi svela Genovese -. Per mesi non ci siamo allenati lì perché il prato doveva riprendersi dalla bruciatura. La domenica i ragazzi avevano difficoltà ». Nozze d’argento, regalo scontato («La lettera che tutti desideriamo, il ’99 m’è rimasto in canna. Ma sono conquiste che si fanno sul campo e con unità d’intenti») in attesa della conferma. Anche lui è in scadenza. Indossando i guantoni ha collezionato 53 presenze. E poi 3 promozioni in B, una in A, una in C1, la Coppa Italia LegaPro e la Supercoppa di Seconda Divisione.