Scafati. Scambio di voto: si difende Filippo Sansone, l’ex amministratore delegato di Scafati Sviluppo, la società partecipata del Comune di Scafati che avrebbe dovuto reindustrializzare l’area ex Copmes e dichiarata fallita ad aprile scorso.
E’Â finito, nel primo pomeriggio, l’interrogatorio di Filippo Sansone, negli uffici della Dia alla presenza del sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Montemurro, del difensore di Sansone, del colonnello Giulio Pini e del capitano Fausto Iannaccone.
Il commercialista scafatese, ex consigliere poi assessore allo Sport, della prima amministrazione del sindaco Pasquale Aliberti, e successivamente per due volte Ad della Stu ha chiarito la sua posizione in merito alle accuse che gli sono state mosse dalla Dda di Salerno di scambio di voto politico mafioso con esponenti del clan Ridosso-Loreto. Sansone, secondo indiscrezioni, ha chiarito la sua posizione spiegando agli inquirenti alcuni passaggi ritenuti sospetti per appalti affidati alla Italy service, riconducibile ad esponenti della cosca Ridosso-Loreto, sia riguardo alla Stu sia per l’Acse, la società partecipata che si occupa dei servizi e in particolare della raccolta di rifiuti.
Sansone era stato destinatario, la settimana scorsa, di un decreto di sequestro di cellulari e supporti informatici, oltre che di documenti, la scorsa settimana. Contestualmente, gli uomini della Dia gli avevano notificato un avviso a comparire per rendere interrogatorio che si è tenuto oggi. Dopo avere chiarito la sua posizione in merito al ruolo assunto sia nella Stu che per alcuni passaggi relativi all’Acse e ai suoi rapporti con Ciro Petrucci, il vicepresidente ritenuto uomo del clan Ridosso-Loreto, Filippo Sansone è stato riconvocato per i prossimi giorni per essere sentito su altre questioni relative alla sua posizione di amministratore, sia nella giunta Aliberti, sia nella Stu.
Il commercialista è stato per due volte Ad di Scafati sviluppo, prima per dimettersi per paventati motivi di lavoro, nel novembre del 2014. Dopo le prime dimissioni da amministratore delegato diventò presidente dei Revisori nella stessa partecipata.