Veniva nascosta nel magazzino di una ditta di trasporti di Sesto Fiorentino (Firenze), la cocaina importata dall’Olanda dall’organizzazione criminale sgominata questa mattina dai carabinieri di Firenze. Incaricato dello stoccaggio era un 40enne albanese che lavorava al nero nell’azienda, i cui titolari sono risultati estranei al traffico di droga. L’uomo è tra le nove persone arrestate in esecuzione di misura di custodia cautelare in carcere. Eseguite questa mattina anche 23 perquisizioni in Toscana e in Campania, che hanno portato all’arresto in flagranza di 3 persone, al sequestro di 850 grammi di hashish e di dosi di marijuana e di mdma, oltre a quello di due pistole. Tra gli arrestati ci sono anche una coppia di Castellammare di Stabia. Si tratta di Ferdianando Amore – ventiseienne del viale Don Bosco – e Anna Esposito, sua convivente di 27 anni.I due sono stati trovati in possesso di 2 semiautomatiche calibro 9 di fabbricazione svizzera illegalmente detenute e di 58 cartucce dello stesso calibro.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la droga veniva importata dall’Olanda in Svizzera da un 34enne albanese e dalla sua convivente, albanese di 27 anni. Parte della cocaina veniva destinata al mercato locale, e parte inviata in Toscana nascosta in auto prese e noleggio, guidate da corrieri italiani e albanesi. A gestire il traffico nel territorio toscano erano due fratelli del 27enne, residenti a Sesto Fiorentino (Firenze). La sostanza stupefacente veniva stoccata nel magazzino della ditta di Sesto e in un appartamento di Calenzano (Firenze). Rivenduta sia al dettaglio che all’ingrosso, era destinata al mercato della provincia di Firenze, in particolare nelle zone del Mugello e della Piana, e in parte minore al mercato pratese e lucchese. In alcuni casi, spiegano i carabinieri, le piazze dello spaccio sarebbero state conquistate intimorendo i pusher concorrenti con la minaccia di usare armi. Dall’inizio delle indagini, nel marzo del 2014, il gruppo avrebbe importato dall’Olanda circa 12 chilogrammi di cocaina A conclusione di un’articolata attività investigativa denominata “SAN GALLO”, all’alba di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Firenze, in collaborazione con i colleghi di Lucca, Prato e Castellammare di Stabia hanno dato esecuzione a 12 provvedimenti cautelari, di cui 9 in carcere e 3 all’obbligo di dimora , emessi dal GIP di Firenze Dr.ssa Mattia Dolores Limongi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Firenze, PM Dott. Ettore Squillace Greco e Eligio Paolini. Contestualmente sono state eseguiti anche 23 decreti di perquisizione delegati dall’A.G.. In totale sono stati impiegati oltre 100 carabinieri dell’Arma territoriale, unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Firenze e Pisa e personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Firenze.
L’attività investigativa, condotta dai carabinieri della compagnia di Borgo San Lorenzo, è stata avviata nel 2014 sulla scia di una precedente indagine, denominata “Cavallina”, che nel febbraio del 2015 aveva consentito ai carabinieri mugellani di smantellare un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, composta da tre uomini albanesi, tutti residenti nella frazione di Cavallina del comune di Barberino di Mugello, dediti a rifornire di cocaina il territorio del Mugello.
Il nuovo filone investigativo antidroga ha permesso di individuare un ulteriore e prolifico canale di approvvigionamento della droga, non solo nel territorio mugellano ma operante in tutta la provincia, gestito da due fratelli albanesi, Ervis Lulashi (29enne) e Fabjo Lulashi (31enne), entrambi dimoranti a Sesto Fiorentino (Fi).
Il lavoro lungo e certosino degli investigatori, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze, ha permesso di appurare che i due ricevevano la cocaina che smerciavano nell’hinterland fiorentino direttamente da un altro loro fratello, Eljon Lulashi (34enne), dimorante nella città di San Gallo (Svizzera) aiutato dalla connazionale convivente Orjeta Haxhiraj (27enne). Il 23 settembre 2014 i carabinieri avevano intercettato a Calenzano un corriere italiano trovato in possesso di 1,3 kg. di cocaina, nascosti all’interno di un’auto noleggiata in Svizzera.
Successivamente a tale riscontro, tenuto conto dell’esigenza di documentare con certezza il modus operandi del sodalizio e ricostruire il canale di approvvigionamento scoperto in Svizzera, veniva stato stipulato un “accordo su indagini collegate” tra l’autorità giudiziaria della Confederazione Elvetica – Divisione protezione dello Stato reati speciali e criminalità organizzata e la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, con la creazione di un “gruppo d’indagine comune”, in virtù di accordi in materia di assistenza giudiziaria stipulati dal nostro Paese con la Svizzera. Delegati allo sviluppo delle indagini i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Borgo San Lorenzo e la polizia federale Svizzera.
Le investigazioni hanno permesso così di accertare che Eljon Lulashi e Orjeta Haxhiraj effettuavano gli approvvigionamenti di cocaina direttamente dall’Olanda. La droga, quindi, veniva trasportata per mezzo di corrieri in Svizzera e da lì, in parte messa sul mercato elvetico e in parte inviata in Italia ai due fratelli. Nel corso delle indagini sono stati documentati gli approvvigionamenti di circa 12 kg di cocaina importata dall’Olanda alla Svizzera dal marzo 2015 al maggio dello stesso anno ed effettuati diversi riscontri, come quello effettuato dalla Polizia Federale elvetica, a San Gallo, in coordinamento con i carabinieri di Borgo San Lorenzo, nel maggio 2015, quando venivano tratti in arresto tre soggetti di nazionalità italiana, dimoranti in Svizzera, trovati in possesso di circa 4 kg di cocaina nonché di una pistola semiautomatica con relativi proiettili.
Dopo una breve battuta di arresto, l’attività di traffico di cocaina dei fratelli Lulashi è proseguita e con essa l’attività investigativa, individuando un nuovo canale di approvvigionamento nei connazionali Kole Blinishta (29enne) e il 28enne, che nell’ottobre del 2015, nel breve volgere di cinque giorni avrebbero rifornito i due fratelli con circa mezzo chilo di cocaina. Anche in questo caso, i militari sono riusciti a riscontrare quanto ipotizzato traendo in arresto un ventottenne poco prima di effettuare una consegna di circa 250 grammi di cocaina. Anche il padre, (albanese 58enne) e la moglie di uno dei tre fratelli albanesi (32enne), facevano parte a pieno titolo del gruppo criminale operante nell’hinterland di Firenze, oltre al connazionale Nikolle Lleshi (36enne), al cittadino italiano Claudio D’Elia, 30 anni, al marocchino Said Ez Zitouni (24enne) e un altro albanese, Agim Kocecu (40enne), dipendente di una ditta di trasporti di Sesto Fiorentino (FI) presso i cui magazzini, all’insaputa dei titolari, quest’ultimo stoccava la cocaina del sodalizio in attesa di essere consegnata agli acquirenti.
Il gruppo aveva posto in essere un’attività di controllo delle piazze di spaccio di Sesto Fiorentino e zone limitrofe avvalendosi della attività intimidatoria tipica propria di consolidati gruppi criminali, intimorendo “i concorrenti” anche con la minaccia di utilizzare armi da sparo in loro possesso. Non è un caso, per gli investigatori, la circostanza nella quale, nell’operazione condotta in Svizzera nel marzo 2015, sia stata rinvenuta nella disponibilità dei trafficanti anche una pistola.
Elevato il giro d’affari dell’associazione criminale e numerose le cessioni di droga documentate dai carabinieri, rivolte sia ad assuntori che a soggetti che successivamente rivendevano a loro volta lo stupefacente acquistato; tra questi emergevano per la loro condotta due albanesi di 30 e 38 anni, un marocchino 35enne, dimoranti rispettivamente a Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, per i quali sono scattati gli obblighi di dimora, mentre per tre italiani è scattata la denuncia.