Tutti pazzi per lo street food: la tradizione italiana più amata dai turisti

Arancini, pizza fritta, calzone ripieno, arrosticini e falafel, ma anche frutta a pezzettoni, centrifugati di verdura e smoothies, gelato artiginale e altri. Gli esperti (e i ristoratori) non hanno più alcun dubbio: lo street food è la passione di italiani e turisti. E’ quanto emerge dall’ultima indagine Coldiretti/Ixe’ in ambito di nutrizione e mode in campo alimentare. Un italiano su due, secondo la ricerca, in vacanza o nella pausa pranzo dal lavoro opta per ‘il pret a manger’. Un fenomeno storicamente presente in Italia che vive oggi una nuova stagione di successo anche grazie alle nuove tecnologie, conciliando la praticità al costo contenuto. Ma occhio alla qualità. “La crescita del cibo di strada deve essere accompagnata dalla difesa del radicamento territoriale per evitare un impoverimento della varietà dell’offerta, uno scadimento qualitativo e una omologazione verso il basso che distrugge le distintività”, mette in guardia Coldiretti. Lo street food nel Paese della dieta mediterranea è nuovo nel nome, preso dall’inglese, ma non nella sostanza: rustici, stuzzichini o veri e propri pasti da mangiare senza sedersi a un tavolo, su una panchina o passeggiando, fanno parte della tradizione di molte città italiane. Basti pensare alla piadina, emblema della cucina romagnola, il lampredotto a Firenze, crocchè e pizza fritta a Napoli, filetti di baccalà a Roma, olive ascolane nelle Marche, le panelle in Sicilia, dove è usuale trovare in piazze ambulanti che cucinano al momento la stugghiola, tipica budella d’agnello condita con limone e prezzemolo, o il ‘pani ca meusa’, italianizzato come ‘pane con la milza’, cibo di strada per eccellenza della tradizione gastronomica palermitana. Secondo i dati Coldiretti, il 69% per cento degli italiani preferisce la tradizione locale, il 17 quella internazionale, tra cui hot dog e hamburger, mentre solo il 14 per cento i cibi etnici, in primis kebab e piatti indiani.”Il fenomeno del cibo di strada – continua Coldiretti – ha radici molto antiche che risalgono al tempo dei Romani, dove gran parte della popolazione era spesso solita gustare i pasti in piedi e velocemente in locali aperti in prossimità della strada”. Per questo l’Italia, con le sue numerosissime golosità gastronomiche dolci e salate, vanta una tradizione millenaria. Oggi il fenomeno è ampliamente diffuso anche tra i turisti grazie alla nascita di catene specializzate e ai ‘food truck’, mezzi mobili tecnologicamente avanzati per la preparazione e l’offerta delle diverse tipologie di prodotti. E non è un caso che, come emerge dalla ricerca ‘In viaggio attraverso l’Italia’ di Confimprese, più di 6 stranieri su 10 in vacanza nel Bel Paese facciano shopping alimentare nei mercati e dagli ambulanti. “Un patrimonio che va adeguatamente tutelato – continua Coldiretti – rispettando, soprattutto nei centri storici, l’identità alimentare locale”.


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