Angelo D’Agostino potrebbe incontrare, intorno all’ora di cena, Walter Taccone per quella chiacchierata che, per sue parole, «sarà definitiva e decisiva per chiarire ed eventualmente agire e partire per un nuovo corso». Taccone, dal canto suo, ha staccato per 48 ore, reduce da un weekend che l’ex socio Michele Gubitosa, alla luce di «situazioni determinanti e fondamentali», ha commentato in modo non proprio esaltante: «Non esistono né sabati, né domeniche che tengano quando si tratta del futuro di aziende come lo è l’Us Avellino». Ma oramai, a meno di ripensamenti e dietrofront non da escludere in questa fase, Gubitosa appartiene al passato. Il presente si chiama ancora Walter Taccone, ma bisognerà però vedere se lo sarà anche in chiave futura. Già , ma come: da solo o in tandem con il deputato e imprenditore D’Agostino? O magari con al fianco una delle tre cordate non irpine, di cui tanto si vocifera, ma la cui identità non è mai stata rivelata ufficialmente dal patron? In un valzer di ipotesi ed illazioni, il futuro dell’Us Avellino si gioca nelle prossime ore, mettendo in campo otto anni del suo corso calcistico, riflettendo intorno ad un progetto dalle tante opzioni: quattro soci al 25%; tre soci al 33%, ipotesi dribblata da Taccone, intenzionato poi a farsi da parte con l’invito a D’Agostino ad acquisire l’80 o il 60 per cento del pacchetto azionario. Entro stasera, se tutto va bene si saprà chi è dentro e chi è fuori.