Avellino: lo sfogo di Gubitosa

«La miglior società? Quella sempre formata da un numero dispari di soci che sia inferiore a tre». Il vecchio proverbio, nella trattativa per la cessione delle quote dell’Avellino calcio, trova d’accordo venditore e acquirente. Almeno in questo Walter Taccone e Angelo D’Agostino sembrano pensarla allo stesso modo, soprattutto dopo l’uscita di scena di Michele Gubitosa. Proprio come ammesso dallo stesso imprenditore di Montemiletto, infatti, la trattativa tra il professore e l’onorevole prosegue solo nella direzione di una cessione in blocco del pacchetto azionario. «Il presidente Taccone – dice l’amministratore di Hs – è ormai disposto a cedere tutte le quote a D’Agostino che non si è mai tirato indietro. Secondo me per realizzare una operazione simile, però, ci vuole tempo. Stiamo parlando di cifre importanti e di un investimento che andrebbe valutato con attenzione. Per quanto mi riguarda non credo che l’affare andrà in porto, ma ormai sono problemi loro. Da parte mia, in maniera coerente con quanto avevo preannunciato, non intendo tornare indietro e fare recite. Sono fuori dall’Avellino calcio». Una decisione che Gubitosa ha motivato entrando nel dettaglio dell’intricata trattativa: «Ero stato io a imbastire questo dialogo ed elaborare questo progetto – ha detto. La mia idea era quella di una società a tre con responsabilità limitate, ma delineate, per tutti. D’Agostino era inizialmente d’accordo e lo aveva scritto in un documento di undici pagine. Taccone, ma era suo diritto farlo, il giorno che è venuto all’appuntamento con D’Agostino non ha accettato più e ha rilanciato offrendogli la maggioranza. Secondo me, in quel preciso istante, è stata persa una grande occasione. I documenti erano sul tavolo pronti per essere siglati. Oggi vedo l’intesa lontanissima ma è un problema di Taccone. Quando uno rilancia può avere due possibilità: o vince tutto o perde tutto. Secondo me, ha perso tutto». Si vedrà. Di certo la giornata di domani potrebbe far registrare delle novità perché Angelo D’Agostino formulerà un’ultima offerta al patron dell’Avellino calcio. Per convincere Taccone a cedergli l’intero pacchetto azionario il deputato di Scelta Civica farà lievitare la sua offerta arricchendola con un premio in caso di promozione in A (l’indiscrezione parla di 2 milioni di euro) ma si cautelerà pure con delle garanzie rispetto a debiti fuori bilancio che potrebbero spuntare o risvolti negativi extra giudiziari legati ai fatti di Catanzaro. A meno che non si tratti di «una proposta quasi indecente», tuttavia, difficilmente Taccone si pronuncerà a stretto giro di posta. Tutto questo, logicamente, rischia di ritardare lo start alla pianificazione della stagione alle porte. Non a caso l’incontro con Novellino, fissato inizialmente per domani, potrebbe slittare di almeno altre 24 ore. Non sarà, invece, un ostacolo l’uscita di Gubitosa dai quadri sociali: «Non ho mai fatto calcio per guadagnarci – ha concluso – Le mie quote hanno un valore nominale e le ho messe ufficialmente a disposizione del mio socio. Due sono le strade: o mi liquida perdendo soldi oppure, cosa che farei pure io, con il capitale sociale della società fissato a 70mila euro basta che versa 15mila euro e sono sue. È vero, in questi anni ho investito tanto ma l’ho fatto sempre senza tornaconti per l’Avellino. Lo stesso che ha fatto Taccone perché nel calcio, da quello che ho visto in questi tre anni, non ho mai trovato presidenti che ci hanno guadagnato».

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