Un uomo solo al comando. La frase di Mario Ferretti, radiocronista Rai che accompagnava le imprese di Fausto Coppi, fotografa alla perfezione la realtà che si ritrova a vivere Walter Taccone. Dalle 16 di ieri pomeriggio è lui l’unico proprietario della società biancoverde dopo che Michele Gubitosa, suo socio di minoranza al 20%, gli ha ceduto la quota siglando l’atto davanti al notaio Massimo Giordano. Vado via con un bilancio positivo – ha detto l’imprenditore di Hs – ma devo essere coerente con me stesso. Ho fatto una scelta su progetti differenti. Gli uomini si vedono anche nelle sconfitte. Ho perso, sono stato sconfitto dal mio ex socio in maniera leale, ma esco a testa alta. Ho dato tutto alla città e all’Avellino. Dopo Hs è stata l’esperienza lavorativa più bella. Il mio è un addio come dirigente ma non come tifoso e, perché no, come sponsor. Mi auguro che il progetto di Walter ci porti in alto». Il riferimento di Gubitosa è stato ad una delle cordate che potrebbero affiancare Taccone: «Per la verità ho tre proposte scritte da fuori regione che stiamo valutando – ha ripreso il presidente – ma anche una verbale e l’altra congelata di Angelo D’Agostino che resta il mio preferito. Le trattative, comunque, si fanno in due. Se davvero vuole entrare deve farlo prima dell’iscrizione al campionato. L’Avellino ha bisogno adesso del suo sostegno, non dopo. Il mio non è un ultimatum, ci tengo a chiarirlo, ma semplicemente un parlar chiaro. Taccone, in ogni caso, non lascia. Chi vuole entrare deve essere gente seria, conosciuta e che condivide il nostro progetto e la nostra programmazione. Abbiamo delle ambizioni e le perseguiremo in ogni caso. E’ chiaro che in tandem con altri, per il bene dell’Avellino non certo mio, sarà più semplice aprire scenari interessanti». Top secret il nome degli interlocutori ma, da indiscrezioni raccolte, il gruppo esterno più accreditato è quello che fa capo ad una cordata di Anzio capeggiata da Angelo Ferullo. Si tratta di un imprenditore impegnato nel ramo dell’edilizia e del turismo che, per 43 giorni, è stato anche presidente del Latina (esordio proprio contro l’Avellino il 30 dicembre del 2016). Nel suo passato anche una parentesi come direttore generale della Lupa Roma. Nei prossimi giorni, qualora dovesse evaporare del tutto il dialogo con D’Agostino, potrebbe essere lui il favorito ad affiancare in qualche modo un Taccone intenzionato ad alzare in ogni modo l’asticella. Non a caso, ieri mattina, il patron ha impiegato pochissimo per convincere Walter Novellino sulla bontà del suo progetto: «Con l’allenatore – ha detto- abbiamo trovato l’intesa in appena un quarto d’ora. Lo meritava per quanto ha fatto e spero di ringraziarlo a dovere a fine campionato anche se il calcio non è matematica. Nessuno ci garantisce che spendendo di più raggiungeremo obiettivi prestigiosi anche se sono convinto che, in un paio di anni, riusciremo a toglierci qualche soddisfazione. Di mercato ne parlerà con i due direttori. Personalmente non so come intendono muoversi. Le uniche cose che posso dirvi riguardano Mokulu e Arrighini. Il primo dovrebbe andare via, forse in un’altra squadra di serie B, mentre il secondo non è detto che non resti perché piace a Novellino». Insomma, appena tornato da solo al comando, patron Taccone è già ripartito più carico e determinato di prima nell’affrontare pure l’ostacolo stadio: «Non caccio un euro – ha concluso a denti stretti – semplicemente perché non devo nulla a nessuno».