Avviso Pubblico, in un anno 475 minacce contro gli amministratori

Sono stati 475 gli atti intimidatori di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali di 18 regioni, 77 province e 295 comuni, praticamente una minaccia ogni 19 ore. E’ il dato contenuto nel Rapporto 2016 redatto da Avviso Pubblico. Il triste primato spetta alla Calabria, seguita nell’ordine da Sicilia, Campania, Puglia, Sardegna e Lazio. Ma l’aumento più consistente rispetto all’anno precedente si registra in Emilia-Romagna dove i casi sono praticamente raddoppiati. Nessun episodio in Val d’Aosta e Trentino-Alto Adige. Per quanto riguarda invece le singole province, la più colpita è Reggio Calabria e poi Napoli, Cosenza, Salerno, Nuoro, Vibo Valentia e Agrigento.

“Il periodo elettorale si conferma il più a rischio, sia per gli amministratori uscenti sia per i nuovi candidati – sottolinea Avviso Pubblico – Infatti, la campagna elettorale è il momento in cui le motivazioni dietro a minacce e aggressioni sono maggiormente riconoscibili: si intimidisce l’aspirante amministratore per condizionarlo , nei casi più gravi, per convincerlo a ritirare la propria candidatura”. Talvolta, “la minaccia funge da ‘promemoria’ per chi ha già stretto accordi sottobanco o per avvicinare i candidati vecchi o nuovi, in una delle tipiche dinamiche in cui si prepara e si consuma il voto di scambio”. Nel 72% dei casi di tratta di minacce dirette, nel 28% di intimidazioni di tipo indiretto, colpendo le sedi di municipi e uffici amministrativi, distruggendo o danneggiando strutture e mezzi di trasporto: dal servizio di raccolta rifiuti a quello sanitario, ai mezzi pubblici; fino alle minacce nei confronti collaboratori e familiari degli amministratori.  I sindaci quelli piu’ presi di mira (AdnKronos) – La figura del sindaco è quella più presa di mira: il 55% delle minacce dirette riguarda infatti i primi cittadini; il 23% è nei confronti dei consiglieri comunali, il 13% degli assessori, il 5% dei vicesindaci, il 4% presidenti dei consigli o delle commissioni. Ma come si concretizza l’intimidazione? Anzitutto con l’incendio di auto, casa o ufficio per il 33% dei casi; seguono poi lettere e messaggi minacciosi per il 13%, danneggiamento di strutture o mezzi per il 12%, aggressioni fisiche nel 10%, telefonate minatorie per il 7%, piccoli ordigni come bombe-carta e molotov per il 6% dei casi e poi scritte sui muri, proiettili in busta, spari, invio di animali morti. Da non sottovalutare, poi, le ‘macchine del fango’ in azione nelle piazze virtuali dei social network. PerAvviso Pubblico, “sarebbe un errore leggere il fenomeno degli amministratori sotto tiro esclusivamente come un problema di ordine pubblico o criminale. Le mafie minacciano gli amministratori locali ma non sono le uniche a farlo. Anzi, l’uso della violenza si è sempre più ridotto per lasciare spazio alla corruzione. Gli amministratori locali sono i rappresentanti istituzionali più a diretto e stretto contatto con i cittadini e sono loro a rendere conto e rispondere direttamente su scelte non sempre gradite al territorio e alla sua comunità”.


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