Benevento: Baroni pensa solo al Carpi…

Pur lusingato dalle voci che si rincorrono e dal corteggiamento di club di una certa tradizione, Baroni è tuttavia concentrato unicamente sulla finale di ritorno che si giocherà giovedì col Carpi al Vigorito davanti ad oltre 16mila spettatori. Chi lo conosce, sa bene che nella sua testa in questo frangente non c’è altro che il conseguimento dell’obiettivo. Eventuali altri discorsi verranno affrontati solo dopo giovedì. Tanto più che l’allenatore ha ancora un altro anno di contratto con il Benevento e il presidente Vigorito, che sotto il profilo della disponibilità economica nulla ha da invidiare ai vari Squinzi, Tacopina, Giulini e Campedelli, non lo lascerà partire tanto facilmente. Anzi, secondo i bene informati sarebbe pronto a blindarlo con un prolungamento. Gran lavoratore, professionista serio e scrupoloso, Baroni si è lasciato apprezzare per una cura meticolosa della fase difensiva, per la capacità di cucire addosso ai giocatori che ha a disposizione il modulo ideale, e per l’abilità nel tirar fuori il massimo del potenziale da ciascun atleta. A Benevento ha realizzato un piccolo capolavoro, proponendo un 4-2-3-1 in grado di far coesistere il talento, la velocità e la fantasia di Ciciretti e Falco e che ha messo nelle condizioni Ceravolo di sfruttare al meglio potenza e progressione e di trovare la stagione più prolifica della sua carriera (21 reti complessive). Ha contribuito alla crescita esponenziale di giocatori come Lucioni (centrale difensivo già pronto per la A) e Chibsah (mediano devastante che ha disciplinato tatticamente), rigenerato la classe cristallina di Viola, valorizzato giovani di prospettiva come Venuti e Gyamfi. E ha avuto anche il merito di restituire fiducia a un Puscas (tre gol decisivi tra finale di stagione e playoff) fino quel momento perseguitato dalla sfortuna. Ha condotto la squadra alla finale playoff senza Ciciretti (4 gare su 4 saltate) e Ceravolo (2 su 4), ottenendo un incredibile contributo agonistico da numerose seconde linee. A Benevento ha convinto gli scettici e fatto ricredere i nostalgici di Auteri (il suo predecessore che aveva conquistato la B dopo 87 anni e che 13 mesi fa veniva osannato e portato in trionfo), ed ora è ad un passo dalla leggenda.

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