Camorra, i pentiti: “La Vinella Grassi voleva uccidere Arcangelo Abbinante”. IL RACCONTO

Non solo l’omicidio di Giovanni Esposito ‘o muort la Vinella-Grassi mirava al cognato, il boss Arcangelo Abbinante. Lo hanno confermato agli investigatori i 10 pentiti che hanno contribuito al blitz contro i Di Lauro e la Vinella Grassi con 27 ordinanze di custodia cautelare e la scoperta dei patti segreti tra le due cosche in guerra per anni e il coinvolgimento e l’arresto di due finanzieri corrotti. Tra questi collaboratori di giustizia figura anche Luca Cortese, fratello di Giovanni detto ‘o cavallaro, uno degli arrestati di ieri e cognato di uno dei primi pentiti eccellenti delle Vinella-Grassi, ovvero Carmine Cerrato detto Taekndò. In un verbale del maggio 2015 Luca Cortese racconta agli investigatori

Voglio tornare alla sera della progettazione dell’omicidio di Arcangelo Abbinante, a casa di Matuozzo. La cosa saltò per colpa di Umberto Accurso, che disse davanti a lutti:”Non fare le cose di fretta, tanto sappiamo come dobbiamo fare per ucciderlo a questo scornacchiato. Poi arrivò Modestino Aruta con quindici chili di cocaina… In quella circostanza ilfìnanziere o ‘ russ stava vicino a noi…Quando mio fratello venne a prendermi per portarmi al gazebo del Matuozzo venne con un SH grigio ed accompagnato da Salvatore Russo ed Eduardo Zaiano…l’episodio delle armi nasce prima dell’apertura della piazza di spaccio sul Parco La Quadra ad opera di Carlo Matuozzo con la comproprietà della famiglia Licciardi. Venne rubato un arsenale di armi. proprio nel Parco la Quadra, il cui custode era Eduardo Zaiano, con mitragliette, fucili da guerra ed altro. A quel punto la Vinella Grassi ha il bisogno di ricostituire il suo arsenale e per come ho saputo da mio fratello Ciro Cortese l ‘incarico di acquistare un certo munero di armi è stato dato al fìnanziere detto ‘o russo. l soldi vennero dati da Umberto Accurso al fìnanziere. Non so la cifra. Non so nemmeno a chi si rivolse il fìnanziere so solo che vennero acquistale una trentina dì pistole, la maggior parte delle quali erano Taurus. come quelle sequestrate. Dopo l’acquisto, le anni vennero divise tra i vari gruppi della Vinella: al Lotto G: in quel momento gestito da Ciro Barretta e da Gaetano e da Bruno. Il clan Marino, il gruppo dei Perrone. ebbero tutti non meno di cinque pistole, che Umberto Accurso regalò loro. L’acquisto avvenne all’inizio di settembre, si trattava di armi nuove…

…Con riferimento alle armi che rimasero nascoste nella Comunità, esse erano state date in custodia a salvatore Russo detto Geremia. che in quel momento era l’uomo di fìducia di Calo Matuozzo.Mi fece vedere cinque Taurus scure, brunì te. e vidi anche una mitraglietta UZJ e una 9x2i cromata con le guanciale marrone. Russo con Zaino. davanti a me misero da parte la mitraglietta UZI e la 9×21: Russo si tenne per sé la pistola 9×21 cromata e disse che l ‘UZl andava restituito perché si inceppava. Le cinque Taurus vennero depositate insieme ad altre due che erano di mia pertinenza… io infatti avevo un revolver in calibro 38 sp, di piccola forma, ed una 9  parabellum, che mi erano state date in precedenza dal Russo perché io timoroso di subire agguati a cagione dei miei fratelli e di mio cognato, avevo chiesto a loro della Vinella armi per potermi eventualmente difendere. pur non sapendo sparare. … Salvatore Russo mi chiese anche se io avessi qualche persona di fiducia all’interno della Comunità perché queste armi dovevano essere tenute a portata di mano. Io gli dissi che non sapevo chi suggerirgli: quindi il Russo si riprese le mie pistole nonché le altre cinque Taurus e le nascose in un punto della Comunità che non mi rivelò; io non volevo saperne più nulla…Nella Comunità io custodivo le due pistole in una mansarda; quando le riconsegnai le avevo messe in una busta di quelle nere per l ‘immondizia. Nonché diedi al Russo altre due buste nere per metterci le altre cinque Taurus… Non so dire esattamente come mai le impronte del Matuozzo fossero sulle confezioni porta cartucce; So che Matuozzo ed i suoi provavano le armi nei terreni intorno a casa sua…”.

 Antonio Esposito

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