E’ stato uno degli episodi piu’ sanguinari della ‘guerra’ che contrappose a fine anni ’80 la Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo al potente ed allora in ascesa clan dei Casalesi, ed e’ stato oggetto gia’ di diverse ricostruzioni e sentenze, tra cui quella Spartacus I. Ma le rivelazioni del boss pentito Antonio Iovine, detto ‘o ninno per il suo volto da bambino, ex primula rossa dei Casalesi, hanno gettato nuova luce sull’esecuzione di Antonio Pagano, ucciso insieme a Giuseppe Orsi, Giuseppe Mennillo e Giuseppe Gagliardi a Casal di Principe il 22 agosto 1989, e permesso l’arresto di un cugino alla lontana del boss, Giancarlo Iovine, e anche una misura cautelare della sospensione dal servizio per un 56enne appartenente alla polizia. I quattro omicidi “cold case” scoperti oggi maturarono dopo la scarcerazione di Pagano, elemento cutoliano nel territorio casertano; i Casalesi temevano che volesse riorganizzare il suo gruppo e ‘disturbare’ le loro attivita’ per conto di Cutolo e decisero la sua morte. Proprio Antonio Iovine, nel processo Spartacus I, fu giudicato come esecutore materiale di quell’agguato, insieme ad altri due elementi di spicco del clan, Raffaele Diana e Giuseppe Di Caterino, ed e’ stato condannato all’ergastolo. Giancarlo Iovine mise a disposizione dei sicari un immobile a San Cipriano di Aversa utilizzato per gli appostamenti necessari per programmare l’agguato, dato che era di fronte all’abitazione della vittima designata.Era il 22 aprile 1989.Le attivita’ di individuazione delle vittime durarono qualche giorno: alla fine i quattro vennero localizzati in una vettura. I sicari dei Casalesi entrarono in azione a bordo di un’ automobile: spararono contro i quattro che poi vennero finiti con un colpo d’arma da fuoco alla testa. Inoltre, e da questo filone e’ nato il provvedimento per il poliziotto. Giancarlo Iovine lo avrebbe utilizzato per un accesso illegale al sistema delle forze dell’ordine in modo da avere notizie su una indagine. Non a caso tra i destinatari dell’ordinanza eseguita dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta figura anche Stefano Valletta, funzionario della Polfer, che – secondo quanto emerso dalle indagini – aveva rapporti con Giancarlo Iovine. E’ infatti emerso che avrebbe utilizzato illecitamente la banca dati delle forze dell’ordine, in due diverse occasioni, su richiesta dell’ arrestato, con lo scopo di verificare perche’ erano stati eseguiti due controlli su una vettura intestata alla moglie di Giancarlo Iovine, utilizzata quasi sempre da quest’ultimo. Valletta – che e’ stato sospeso per 12 mesi dal servizio – e’ accusato di accesso abusivo al sistema informatico ed e’ indagato per rivelazioni di segreto di ufficio.