Camorra, il figlio di Caiazza al boss Mauriello: “Noi non ci siamo mai presi la confidenza…”. LE INTERCETTAZIONI

A casa del boss del clan Amato-Pagano, Ciro Mauriello, c’è stato un via vai di persone nel maggio dello scorso anno dopo il ferimento avvenuto ad Afragola, del ras Pietro Caiazza, colui che teneva la contabilità per conto della donna boss Rosaria Pagano. Con Caiazza era rimasta ferita lievemente anche la moglie e allora il figlio Lino, che già il giorno prima si era presentato a casa di Mauriello chiedendo spiegazioni, torna anche il 20 maggio e continua la discussione perché sa  il padre e il fratello sono in pericolo. Cirio Mauriello gli aveva detto che lo avrebbe “sparato in faccia”. Siamo alla vigilia del duplice omicidio avvenuto nelle palazzine di Melito di Alessandro Laperuta e Achir Muhamed Nuvo. Duplice omicidio per il quale è stato arrestato il 17enne D. A.A. figlio di Rosaria Pagano. C’è fibrillazione in atto nel gruppo degli scissionisti e Pietro Caiazza viene accusato di aver creato attorno a se un gruppetto di giovani che non rispondono agli ordini del clan e che trafficano droga in proprio.

Tutta la conversazione tra i presenti tratta lo stesso argomento con Lino Caiazza che cerca di spiegare i motivi del suo gesto e le ragioni del suo sfogo; dal suo canto Ciro Mauriello, pur esternando alcuna simpatia nei confronti di Pietro Caiazza, del quale conserva una pessima reputazione, assicura la sua estraneità a quell’agguato, comunque già intenzionato a fare luce sulla vicenda anche perché questi episodi minano quelli che sono gli equilibri in seno all’intero gruppo criminale. E’ il pomeriggio del 20 maggio e in casa sono presenti Ciro Mauriello, Claudio Cristiano detto ‘o bisio e Lino Caiazza. Ciro per l’ennesima volta ribadisce a Lino che l’agguato al padre  non è opera sua, tantomeno pianificato dalla famiglia. Di canto suo Lino assicura Ciro, di non aver messo sulle piazze i suoi uomini con le pistole in mano per ammazzare nessuno, ma chiede di capire quello che era lo stato di agitazione suo e del fratello dopo che il padre era stato sparato. Lino sottolinea nuovamente il rifiuto, delle persone che credeva fidate e che dal padre sono state anche da sempre aiutate, ad accorrere ad una sua richiesta di aiuto, si riferisce a Nuvo Mohamed, ad Alessandro Laperuta, a Giuseppe Santangelo “o casalese”, a tale Ciccio, Franchitiello, tutte persone che hanno motivato quel rifiuto o ritardo asserendo che dovevano essere “autorizzati” “dagli amici di Melito” (da Ciro Mauriello e famiglia), situazione che Ciro subito smentisce dicendo “ma io so che stanno con voi…”

Lino:a me viene solo il freddo addosso a pensarci.. io dico vicino a te scendi… tengo a papà qua dietro che gli hanno sparato addosso .. e sta la macchina dietro che lo sta .. il freddo addosso .. e sta un ‘altra macchina che sta girando .. tu non scendi .. mi devono
chiamare i compagni di Melito?! quando poi togliendo di mezzo questo .. papà a te .. proprio a te ti ha fatto del bene e ti ha fatto piaceri su piacer… quando eri ladro .. e ti ha “apparato” sempre… cioè .. quello.. tu non scendi?
Ciro: Allora Linù …
Lino:però in tutto questo .. non ci siamo mai presi la confidenza…se io mi ero preso la confidenza .. avevo portato la gente sulle piazze … io personalmente io .. non mi mettevo in mezzo .. inc .. i ragazzi sono venuti vicino … no ha detto lavorate .. inc …La sopra .. Maometto (ndr Achir Mohamed Nuvo).. Maometto, Banana (ndr Alessandro Laperuta) e ‘o Casalese .. stavano al piano di sopra là …
Ciro: ma io so che stavano con voi
Lino: allora se io ti vengo a chiamare .. scuso te .. io ti vengo a chiamare e tu non scendi .. poi voi dite com ‘è .. inc .. tu sei compagno … io ti tengo insieme a me … la pistola è la mia .. cioè io la tengo io addosso .. tu ti metti a guardare la pistola .. cioè dammela .. compà,
se viene qualcuno io devo sparare.. non ci sta la pistola? mo dopo me la dovete procurare .. venne Maometto … venne Maometto, disse adesso vado a chiamare a Banana .. lui e Ciccio .. disse mo vado a chiamare a Banana …
Ciro: Banana chi è?
Lino:Il ragazzo .. Alessandro ..
Ciro infine fa riferimento a dei fatti in particolare dove Pietro  Caiazza ed i suoi si sono mossi in modo autonomo, armandosi,  decidendo delle sorti di uno o dell’altro. Scrive il gip: “Si legge nella conversazione la facilità con la quale l’organizzazione si dota di armi, dalle pistole, ad armi speciali con sistemi particolari di puntamento, ai fucili. L’organizzazione si muove al di fuori di qualsiasi
schema di Legge dello Stato, rifacendosi solo alle regole interne al contesto criminale, pronta a perseguire i propri fini illeciti scopi, anche con la forza, sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione stessa”.

Ciro: momò momò …. la conferma sai quando l’ho avuta … che tuo padre doveva .. .inc … (ndr verosimilmente sparare) a Michele.. .. l’ho avuta quando è successa la tararantella di tuo padre .. .inc … con il fucile a pompa … il fucile … ehm … la pistola con il mirino solo Carminiello in Europa la tiene
Lino: quale pistola con il mirino …. ??? quale pistola con il mirino??? … allora chiamiamo … allora ora prendiamo quella pistola .. .prendiamo quella pistola …. se non ha il mirino sopra lo tiene sotto … ora prendiamo quella pistola la portiamo in mezzo al
rione … prendiamo a Giuseppe Siviero … prendiamo a Maometto …. prendiamo a tutti quanti e vi faccio dire quella pistola di chi è … Carminiello il profumiere (ndr Borrello Carmelo) gliel’ha regalata lui personalmente là in mezzo là a mio fratello Antonio la prima volta .. .inc … poi papà
Ciro: .. .il fucile a pompa …
Lino: ma quale fucile o pompa… quelle sono due scoppette  che le ha prese Maurino .. .le ha portate Maurino da Marigliano 500 euro le abbiamo pagate … quali. .. quali fucili a pompa
Ciro: i fratelli
Lino: i fratelli? e allora
Ciro: inc …
Lino: aspettate ora ve la spiego io la storia …. poi ve la faccio spiegare pure da ….. papà …. loro vennero qua….. venne come si chiama lò .. .Pappagone venne fuori … sopra al bar qua … chiamò a papà disse …. (inc inzia a parlare sottovoce) … e aspettò a papà … (inc parlano sotto voce). …. viene Pappagone …. viene Pappagone e si presentano la dietro …. si presentano la dietro (ndr cita delle persone .. .inc …. tra cui tale Ciccio ‘o chiatto) …. (Lino riprende a parlare a voce bassa) … si sono mangiati tutto .. .inc…. come stavano facendo qua lo stanno facendo pure là …. .lo andava a comprare a Caivano … sta Peppe il pazzo … Topolino … qua stanno tutti i responsabili…i conti li tieni pure tu in mano come li tenevo io … disse … e com ‘è questa cosa che quello … .inc …. no comunque non voglio sapere niente se ne devono andare perchè se non se ne vanno li sparo in faccia a tutti e due … disse noi … disse noi. .. .li spariamo proprio …. disse noi li spariamo proprio …. che ti devo dire ….

Commenta ancora il gip: “Anche in questa conversazione compaiono le figure di Nuvo Mohamed e Laperuta Alessandro, da sempre
soggetti attivi all’interno dell’organizzazione, a servizio della famiglia, per conto dei “gruppi/non gruppi” dove vengono impiegati per gli affari e di traffici illeciti. Risulta sempre più verosimile che questo sia il periodo in cui sia maturata la necessità da parte “della
famiglia” di riportare all’ordine Nuvo Mohamed e Laperuta Alessandro, affiliati che operano spesso fuori dagli schemi prendendosi anche libertà a loro non spettanti”.

Antonio Esposito

2.continua

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