Si è difeso dall’accusa di essere un narcotrafficante. Salvatore “Terremoto” Di Lauro, sesto dei nove figli in vita del boss Ciruzzo ‘o milionario ha sostenuto davanti al Tribunale del Riesame: “Io un narcotrafficante? Ma che dite. Io sono un pizzaiolo”. Per il momento resta in carcere dove è detenuto dal 6 giugno scorso da quando scattò un blitz che lo portò in carcere ad altri 22 tra boss e gregari dello stesso clan Di lauro tra cui il suo fidato Giovanni Cortese ‘ o cavallaro, quelli della Vinella-Grassi, del clan Pesce-Marfella di Pianura e due finanzieri corrotti al servizio di Antonio Mennetta “Er Nino” il reggente dell’epoca dei Girati. Ad inchiodare Salvatore “Terremoto” al ruolo di organizzatore del traffico di droga per conto del clan Di Lauro ci sono le dichiarazioni di una dozzina di pentiti le intercettazioni telefoniche. In particolare Antonio Accurso pentito eccellente della Vinella-Grassi ha raccontato ai giudici degli incontri con Salvatore Di Lauro avvenuti nella chiesa di Secondigliano perché il figlio di Ciruzzo aveva paura delle microspie e quindi cercava posti sicuri per parlare di affari con i suoi complici. Secondo i pentiti Salvatore Di Lauro faceva i cossiddetti passaggi di mano di cocaina e trafficava marijuana con alcuni criminali pugliesi legati alla Sacra Corona Unita.