Camorra, il pentito svela: “Di Lauro faceva i summit in chiesa per paura delle microspie”

Aveva paura delle microspie e per questo organizzava i summit di camorra in chiesa per evitare orecchie indiscrete. Salvatore Di Lauro, alias Terremoto, il sesto dei nove figli in vita del boss Paolo Di Lauro, Ciruzzo ‘o milionario aveva il timore di essere intercettato. Lo ha raccontato il pentito Antonio Accurso, ex reggente della Vinella-Grassi con i quali i Di Lauro in piena faida di Scampia avevano stretto accordi per la fornitura della droga. Nelle 733 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Laura De Stefano con la quale l’altro giorno sono finiti in carcere una ventina tra boss e gregari dei clan Di Lauro, Vinella-Grassi e Pesce-Marfella, molte pagine sono dedicate proprio alla figura e al ruolo avuto all’interno dell’organizzazione da “Terremoto” Di Lauro. E su di lui Antonio Accurso ha raccontato: “…egli ha solo per il clan preso parte a traffìci di droga. L ‘ho incontrato per due volte dopo la sua recente scarcerazione. Attualmente il clan Di Lauro e dunque  salvatore fanno i cosiddetti passaggi di mano ossia vendono la droga. cocaina ed erba, a privati ed anche a persone di Bari amici di Giovanni Cortese, tale fatto mi è stato detto proprio dal Cortese….mi parlò di suoi amici pugliesi non mi approfondii quanto alla città della Puglia non essendo un affare di mio interesse. La cocaina la  fornivo io a Salvatore Di lauro con cui mi sono incontrato due volte; mentre l ‘erba la fornivano i Lo Russo ossia Luciano Pompeo. Una prima volta nell’inverno 2013-2014 circa una settimana dopo la sua scarcerazione. L ‘incontro avvenne presso la Villa comunale di Arzano presenti lui ed il fratello Giuseppe accompagnati daGiovanni Cortese e Salvatore Tamburrino, io ero accompagnalo da Fabio Di Natale. Si disse che per la cocaina dovevo proseguire come già stavo facendo con Cortese ossia gliela fornivo a 42 mila euro al chilo…

…Salvatore mi chiese anche le motivazioni del triplice tentato omicidio nel Rione dei Fiori. in quanto lui era stato codetenuto con Mennetta per questo gli dissi che se non gliela aveva spiegato lui che era direttamente coinvolto io sviai il discorso per non tradire Salvatore Tamburrino… Entrambi concordammo sul fatto che dovevamo guardare al futuro facendo insieme affari di droga. Il secondo incontro avviene ad aprile 2014 dopo l ‘omicidio di  Ciro Milone ed Emanuele Di Gennaro. Salvatore Di lauro sempre per paura delle microspie ci incontrammo nella chiesa del Sacro Cuore sul Corso Italia a Secondigliano. Lui mi cercava per sapere del duplice omicidio io lo incontrai ed eravamo presenti lui con il fratello Giuseppe ed io con Giuseppe Corcione e Diego  Colurcio. Lo tranquillizzai dicendo che non era un attacco da parte di esterni e dunque senza
entrare nei dettagli egli capì che eravamo stati noi da cui egli non doveva temere nulla. In questi incontri egli parlava a nome proprio e non nominò o fece riferimento al fratello Marco Di Lauro. Voglio precisare però che non si parlò dì nulla di strategico per cui la sua
presenza era più che sufficiente. Dopo sono stato arrestato”.

Rosaria Federico

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(nella foto Salvatore Di Lauro e Antonio Accurso)

 


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