Hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato perché vogliono uno sconto di pena i sei autori e mandati del duplice omicidio di Massimo Frascogna detto “Massimino o’ niro”, e Lazzaro Ruggiero “o’ Caccone” ( i due ras del clan Amato-pagano a Mugnano) uccisi in una sala giochi a Miano il 26 luglio del 2007. I due prima furono uccisi e poi i loro corpi sciolti nell’acido per un patto criminale tra gli Amato- Pagano e i Lo Russo di Miano. Il boss Cesare Pagano aveva fatto da padrino di nozze di Antonio Lo Russo, figlio di Salvatore “‘o capitone” (ora pentiti padre e figlio).
A processo ci sono Cesare Pagano, il boss 47enne soprannominato “Cesarino” uno dei capi storici degli Scissionisti di Secondigliano; Rito Calzone “o’ Pi- sano”, 62enne; Mario Dell’Aquila “o’ Figarone”, 38enne; Giuseppe Gallo, ras di Torre Annunziata 40enne; Oscar Pecorelli “o’ Malommo” di 36 anni; Raffaele Perfetto “muss e’ scigna”, 45 anni. Questi ultimi due autori materiali del duplice omicidio. Con loro sono indagati i due collaboratori di giustizia Biagio Esposito e lo stesso Antonio Lo Russo che hanno contribuito alle indagini mentre, come ricorda Il Roma, sono usciti dal procedimento penale Salvatore Cipolletta e Marcello Mansi, anch’essi sospettati di aver partecipato al duplice delitto ma deceduti nel frattempo.
Grazie al racconto dei pentiti gli inquirenti hanno ricostruito i ruoli degli indagati con precisione. e in particolare Cesare Pagano e Antonio Lo Russo (figlio di Salvatore “Capitone”) sono accusati di essere i mandanti; Oscar Pecorelli e Raffaele Pe fetto avrebbero sparato mentre Dell’Aquila, Gallo, Esposito, Cipolletta e Mansi avrebbero ripulito la sala biliardo di Miano in cui avvenne l’agguato, procurato e nascosto le armi per poi occultare i cadaveri. Ad attirare in trappola “O’ Niro” e “o’ Caccone” con una scusa fu, secondo la procura antimafia, Rito Cal-zone. Il quale riferì a Massimo Frascogna e Lazzaro Ruggiero che Cesare Pagano stava giocando a carte e voleva incontrarli, facendo intendere che li avrebbe pagati per il lavoro svolto per il clan. Invece, appena entrati nel circoletto, furono trucidati con colpi alla testa. I due cadaveri furono fatti sparire e sotterrati in un terreno da parte degli uomini d el clan Lo Russo. Recentemente Antonio Lo Russo, che con il suo pentimento ha contribuito a fare luce sull’agguato, ha anche raccontato che inconseguenza del pentimento del padre e temendo che Oscar Pecorelli facesse altrettanto ordinò a Vincenzo Bonavolta “Cenzore” di far sparire definitivamente i corpi che furono sciolti nell’acido. Cosa che fece con la complicità di Luciano Pompeo (insieme al quale è stato raggiunto da una nuova ordinanza la scorsa settimana per un altro duplice omicidio, quello di Salvatore “Totoriello” Scognamiglio e Salvatore Paolillo), Salvatore Silvestri e Mario Dell’Aquila.