Camorra, un altro compleanno da latitante per Marco Di Lauro: l’ultima pista si chiama Cira e porta ai paesi Vesuviani

Ieri ha trascorso il suo 13 compleanno da latitante. Di anni  invece ne ha compiuti 37 Marco Di Lauro. E’ il numero due nell’elenco dei più pericolosi latitanti italiani dopo Matteo Messina Denaro. E’ un fantasma da 13 anni anche se un pentito dice averlo visto per l’ultima volta nel 2014. E ora le sue tracce portano alla zona vesuviana e a una donna che si chiama Cira legata ai Tamarisco di Torre Annunziata, padroni incontrasti dell’importazione di altissima qualità di cocaina dal Sud America. Gli inquirenti speravano in un passo falso proprio ieri ma così non è stato. Il fantasma continua ad essere un fantasma. “F4” , che non è la sigla della Ferrari, ma è la sua sigla nell’albero genealogico della famiglia di Paolo Di lauro, alias Ciruzzo ‘o milionario continua ad essere il dominus del clan. Le leggende metropolitane raccontano che si travesta da donna per spostarsi. Gli investigatori anche se non danno molto credito a queste voci continuano nella sua ricerca “attenzionando” i gruppetti di donne, almeno tre che si spostano in auto nella zona di Secondigliano, nei comuni a Nord di Napoli e ora nella zona Vesuviana. Quella di “Cira” è una pista calda. Anche se risulta un ricercato a livello internazionale gli investigatori sono convinti che non sia lontano. Qualche mese fa ci sono andati vicini i carabinieri che hanno scoperto un covo a Capodimonte. Ma quando sono arrivati era già troppo tardi. Chi era li si era reso uccel di bosco qualche ora prima del loro arrivo. Niente tracce. E quindi la convinzione che se in quel covo ci fosse stato Marco Di Lauro questo significa che non è lontano come ha voluto far credere qualcuno ipotizzando addirittura una sua fuga all’estero a Dubai dove si trova un altro super latitante di lusso: quel Raffaele Imperiale famoso per i Van Gogh rubati. Ipotesi molto suggestiva perché Imperiale è legato a doppio filo ai nemici storici dei Di Lauro, ovvero gli Amato-Pagano. Tanto da aver finanziato la prima guerra di Scampia e aver fatto arrivare a Melito armi da guerra di ogni genere e che era disposto finanche a far volare un elicoterro per sganciare bombe sulle case dei Di Lauro. Quindi, a meno, di improbabili, scenari criminali cambiati negli ultimi tempi, Marco Di Lauro non andrebbe mai in un terra “nemica” anche se straniera e dove uno come Imperiale è capace di corrompere tutti. Molto più probabile quindi che “F4” il fantasma sia nel Napoletano dove si muove con maggiore disinvoltura grazie a un esercito di una sessantina di fedelissimi che continuano a seguirlo e favorirne la latitanza. Non a caso il gip Laura De Stefano nell’ordinanza di custodia cautelare che 15 giorni fa ha portato in carcere 27 dei 36 indagati tra boss e gregari del clan Di Lauro tra cui il fratello Salvatore “Terremeoto”, il suo braccio destro Giovanni Cortese ‘ o cavallaro, esponenti della Vinella-Grassi , del clan Pesce-Marfella di Pianura e due finanzieri corrotti, scrive: “A busta paga dei Di Lau­ro ci sono persone che si attri­buiscono fittiziamente la pro­prietaÌ€ di mezzi di locomozio­ne e li cedono al clan. Una cosca che si eÌ€ evoluta in stile mafioso e che comunica con pizzini accuratamente bru­ciati. Con frasi in codice tipo mo­tore, chitarra, puledro, caval­luccio, coriandoli”. Ma che è anche in grado di stringere alleanze traversarli con i potenti Contini del Vasto-Arenaccia, maestri nel coprire le latitanze dei propri vertici come dimostra la loro storia criminale. Tre collaboratori di giustizia in particolare hanno parlato di lui negli ultimi tempi e sono Rosario Guarino “Joe Bana­na”, Antonio Accurso “Totonno» e Mario Pacciarelli “’o mostro”. Tutti e tre hanno confermato di aver incontrato Di Lauro nel­l’aprile del 2011 e nel 2014. Hanno raccontato che usa spostarsi cambiando piuÌ€ volte auto, nascondendosi dietro al cofano con un impianto di areazione o seduto al posto di dietro con avanti due donne e “con una parrucca in testa”, come ha rivelato Rosario Guarino. EÌ€ stato lui ad aver incontrato per ulti­mo Marco Di Lauro, in un mo­mento molto delicato nella storia della cosca.Hanno sperato ieri gli investigatori in un suo passo falso per festeggiare il compleanno. ma non c’è stato e per il fantasma continua a rimanere fantasma con soli 10 anni di carcere da scontare in via definitiva per associazione mafiosa e traffico di droga ma assolto per alcuni degli omicidi della faida che gli erano stati attributi in qualità di mandante.

 Rosaria Federico

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