Camorra: un ergastolo e due secoli di carcere per i clan di Barra e Ponticelli. TUTTE LE CONDANNE

 

La Corte d’appello di Napoli ha chiuso con pesanti condanne il maxi-processo che ha portato alla sbarra il gotha dei principali gruppi di camorra attivi nella zona orientale della città da Barra a Ponticelli e con imputati eccellenti come i boss Angelo Cuccaro (per lui fine pena mai) e Marco De Micco dei “Bodo”(8 anni di carcere).

Anche se ci sono state  una serie di riduzioni di pena la sentenza è pesantissima: concesse le attenuanti generiche ad Andrea Andolfi (classe 1974), che incassa 12 anni e 8 mesi di reclusione; a Ciro Andolfi, 3 anni in continuazione; a Diego Ascione, 6 anni; ad Attilio Camillo, 6 anni; a Mario Campisi, 7 anni; ad Antonio Cuccaro, 3 anni; a Luigi Cuccaro, 8 anni in continuazione; a Michele Cuccaro, 5 anni e 4 mesi in continuazione; a Raffaele Cuccaro, 10 anni e 8 mesi in continuazione; a Marco De Micco, 8 anni; a Francesco Esposito, 9 anni; a Ciro Imperatrice, 3 anni; a Luigi Imperatrice, 7 anni; ad Alessandro Di Biagio, 3 anni; a Nunzio Miranda, 8 anni; a Giuseppe Petrone, 3 anni; a Rosario Riccardi, 7 anni; a Raffaele Velotto, 7 anni. Pene rideterminate, invece come ricorda Il Roma  per Giusy Mariarco Acampa in 2 anni e 8 mesi di reclusione; per Vincenzo Amodio in 12 anni e 4 mesi; per Andrea Andolfi (classe 1979) in 13 anni e 4 mesi; per Salvatore Busiello in 8 anni e 8 mesi; per Angelo Corradino in 10 anni; per Sergio D’Aponte in 2 anni e 6 mesi; per Carmela Parisi in 8 anni; Giuseppe Pisani in 6 anni e 8 mesi; per Veronica Russo a 2 anni e 8 mesi; per Vincenzo Salzano in 8 anni; per Annamaria Scherma in 4 anni. Si è invece deciso di non procedere per Luigi Valda. Confermate, per il resto, tutte le altre condanne emesse dal gip il 3 febbraio del 2016. Su tutte, quella inflitta al boss Angelo Cuccaro: per lui la Corte d’appello ha infatti ribadito il verdetto che lo inchioda al carcere a vita.
L’inchiesta aveva portato all’arresto, il 24 marzo del 2015, di 42 persone ritenute dalla Procura coinvolte anche nel meccanismo dell’assegnazione delle case po-polari ai fiancheggiatori delle cosche. Il processo arrivò al termine di una complessa operazione messa che aveva permesso di svelare i nuovi affari illeciti in corso tra Barra e Ponticelli. L’operazione portò all’azzeramento, o quasi, dei clan Cuccaro- Andolfi e De Micco. Dalle inda-gini è emerso altresì che il clan Cuccaro svolgeva una costante vigilanza armata a palazzo “Magliaro”, abitazione dei capi e simbolo del potere che erano in grado di esercitare sul territorio.

(nella foto da sinistra Angelo Cuccaro, Andrea Andolfi, Marco De Micco)


Articolo precedenteRifiuti e roghi tossici nel parco del Vesuvio, la Ercolano civile scende in piazza. Parroci in testa al corteo
Articolo successivo‘Ndrangheta: 11 arresti tra Piemonte, Lombardia e Calabria