Cannabis: i Radicali insegnano a coltivarla in piazza, si parte domani a Roma

“Veri e propri corsi di coltivazione di cannabis in piazza, con tanto di semina e distribuzione di semi, per convincere il Parlamento ad approvare la legge sulla legalizzazione e liberare così milioni di consumatori, anche giovanissimi, dal mercato criminale”. Il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi, la presidente Antonella Soldo e il tesoriere Michele Capano annunciano così il nuovo “tour disobbediente” della campagna antiproibizionista ‘Radical Cannabis Club’, che prenderà il via domani 11 giugno da Roma e proseguirà nelle prossime settimane a bordo di un camper toccando altre città d’Italia. L’appuntamento è alle 18 in piazza dell’Immacolata, nel cuore del quartiere San Lorenzo. “Una delle aree maggiormente assediate dal mercato illegale, dove è possibile acquistare sostanze a ogni ora del giorno e della notte – spiegano i Radicali – è la dimostrazione che la liberalizzazione delle droghe è già una realtà”. I corsi si terranno con Luca Marola, autore del libro ‘Autofiorenti, il primo manuale di coltivazione’. A mettere in pratica le indicazioni del testo ci saranno Magi, Soldo, Capano e il segretario di Radicali Roma Alessandro Capriccioli, che daranno luogo a una semina pubblica come “azione di disobbedienza civile”, e distribuiranno a chiunque ne farà richiesta i semi insieme alla tessera del Radical Cannabis Club. “Il proibizionismo ha fallito e le conseguenze sono gravi sul piano economico, sociale, della giustizia e della Salute dei consumatori che non sanno davvero quali sostanze assumono – incalzano i Radicali – Ecco perché legalizzare la cannabis sarebbe un provvedimento di buon senso. Noi lo sosteniamo e ci battiamo per questo da 40 anni, ma ormai lo riconoscono anche magistrati e forze di polizia. Perfino la Direzione nazionale antimafia si è espressa a favore della legge per la cannabis legale, che darebbe un duro colpo alla criminalità. Eppure il Parlamento l’ha rispedita in Commissione, dove giace su un binario morto. Il risultato è che oggi chi coltiva cannabis per uso personale, ricreativo o terapeutico, rischia ancora fino a 6 anni di reclusione, mentre le narcomafie conducono indisturbate il loro business miliardario”. “Con i nostri corsi di coltivazione e le disobbedienze civili in giro l’Italia – concludono Magi, Soldo e Capano – vogliamo richiamare il legislatore alle proprie responsabilità e approvi la legge entro la legislatura. Se sarà così irresponsabile da rimandare ancora, il prossimo Parlamento dovrà comunque fare i conti con la nostra legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della cannabis che come Radicali Italiani, insieme all’Associazione Coscioni, abbiamo depositato a novembre e che non scadrebbe con lo scioglimento delle Camere. In ogni caso, quindi, la battaglia continua”. 


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