Un detenuto italiano nel carcere di Bancali a Sassari, che aveva ingerito plexiglass, e’ finito in ospedale, dove e’ stato sottoposto a un intervento. “Ma una volta giunto nella camera di degenza, il detenuto ha cominciato a inveire contro il personale”, denuncia Domenico Nicotra, segretario generale aggiunto dell’Osapp. “Staccandosi la flebo dal braccio, ha cercato di ferire i poliziotti penitenziari che lo stavano piantonando. Ci sono stati atti di panico, soprattutto per il personale sanitario e parasanitario dell’ospedale. Con l’arrivo di ulteriore personale, e’ stata fatta rientrare la criticita’ e il detenuto e’ stato riportato nell’istituto”. L’episodio e’ coinciso con una protesta piu’ generale, riferisce il segretario del sindacato autonomo di polizia penitenziaria, avvenuta nell’istituto mentre il detenuto era in ospedale. Molti reclusi, fra i quali alcuni sottoposti al regime speciale del 41 bis, hanno sbattuto oggetti contro le inferriate di porte e finestre. “La tensione e’ salita alle stelle”, afferma Nicotra, che nell’ultimo mese ha segnalato a Sassari il suicidio di un detenuto e tre aggressioni subite in carcere dagli agenti di polizia penitenziaria. “E questo nonostante la direzione dell’istituto abbia ritenuto di aumentare l’orario del turno di servizio da 6 a 8 ore. E’ evidente che la cura giusta per tutte queste criticita’ non e’ il cambio del turno di servizio”. “Se si volesse utilizzare una metafora”, sottolinea il segretario dell’Osapp, “potremmo asserire che la casa circondariale di Bancali stia diventando l’inferno dantesco”.
