L’ombra di un nuovo spettro aleggia sul calcio italiano. La Procura di Milano, infatti, sta indagando su Infront, la società che si occupa di marketing sportivo e diritti tv per Serie A e B. Secondo i pm, però, la compagnia sarebbe in realtà anche una sorta di “polmone finanziario” per aiutare economicamente i club in difficoltà, fungendo da “banca clandestina“.
L’inchiesta è legata ai diritti tv per il triennio 2015-2018. “L’analisi del partitario fornitori di Infront – si legge in una nota della Finanza – ha permesso di rilevare che la società ha ricevuto fatture dai seguenti club calcistici”. L’elenco successivo contiene 39 nomi di squadre di Serie A e B, tra cui anche Inter e Milan. Per i nerazzurri i pagamenti sarebbero pari a 33 milioni di euro, per i rossoneri ben 130 milioni.
L’allora presidente di Infront, Marco Bogarelli, oltre ad essere indagato, ha anche una richiesta d’arresto bocciata dal gip e riportata sul tavolo del Riesame. Ci sarebbe anche un’intercettazione di Bogarelli col presidente della Lazio Claudio Lotito, risalente al 15 novembre 2015 e che riguarda il Bari. In quel periodo alla presidenza dei puglesi c’era l’ex arbitro Gianluca Paparesta e al club servivano 500mila euro per evitare la penalizzazione.
“Me stai a fa’ scoppià un casino – dice Lotito – non è possibile per 500 mila euro”. E poi: “Scade oggi, il 16, deve pagà, se no pija la penalizzazione”. Bogarelli risponde: “Ho capito”. Lo stesso giorno Giuseppe Ciocchetti, altro ex manager Infront, dice a Paparesta: “Fammi una fattura a Infront (…). Fai 460 più Iva. (…) La fattura la fa per il secondo sponsor di maglia”. Anche l’Atalanta sarebbe coinvolta, per un presunto finanziamento a Infront del gruppo Percassi (non indagato), sotto forma di sponsorizzazione del marchio Victoria’s Secret.