“Il Blue Whale è uno dei tanti fatti che vengono fuori dal web ma che hanno un’unica radice e matrice. Il filo conduttore è sempre quello: in rete è entrato quello che c’è all’interno della società quindi la questione va analizzata e risolta a monte. Blue Whale, Neknomination, Balconing, sono tutte sfide che nascono da un estremo disagio che c’è sempre stato negli adolescenti ma mai come adesso presente che è enfatizzato da uno strumento potente come il web”. Lo spiega Ilaria Caprioglio, sindaco di Savona e autrice del libro “Cyberbullismo. La complicata vita sociale dei nostri figli iperconnessi”, edito da Il Leone Verde. Lanciato al Salone del Libro di Torino, il testo affronta i rischi del mondo del web per gli adolescenti, i ‘nativi digitali’. “La maggior parte dei ragazzi – spiega l’autrice partendo dal tema al quale il libro è dedicato – è bullizzata e non cyberbullizzata però i due fenomeni sono correlati e la percentuale di suicidi è molto più alta tra coloro che subiscono cyberbullismo. E’ la gogna mediatica che devasta. Nel momento in cui l’episodio è filmato e diventa virale un ragazzo non riesce più a scappare”. Per Caprioglio si tratta del 12esimo libro sul tema del disagio giovanile, in questo caso connesso al web, lo stesso mondo che fa da retroscena anche al recentissimo fenomeno del Blue Whale che proprio a Savona ha fatto registrare tre casi negli ultimi giorni: quelli di un ragazzo e due studentesse delle scuole medie.
“Sono una decina d’anni che mi occupo di queste situazioni di disagio – spiega Caprioglio, avvocato di professione e da tempo impegnata nella tutela dei minori – ho iniziato con collaborazioni con la polizia postale e il corpo militare della croce rossa italiana per sensibilizzare sul tema della pedofilia: 10-12 anni fa tutto l’allarme dal mondo esterno si è spostato nel web. C’erano i siti, l’adescameno e poi fortunatamente anche sono arrivate le leggi. Il nocciolo del problema è che la legge è importante, è importante sanzionare e regolamentare ma è più importante prevenire e sensibilizzare”. Ruolo fondamentale quello delle famiglie, delle istituzioni, degli educatori: far crescere l’attenzione per un uso corretto della rete. “Accade che noi genitori ci siamo cullati nel mito dei figli nativi digitali – continua il sindaco savonese – e abbiamo sempre avuto quest’idea che loro avessero le competenze per navigare con sicurezza online. Questo non è assolutamente vero. La famiglia fatica ad educare su questi temi e ciclicamente vengono fuori questi fenomeni da cui tutti siamo spaventati, parlo di Blue Whale ma anche di Neknomination (un pericoloso gioco alcolico diffusosi anni fa sui social network) e sette sataniche che un po’ di anni fa erano oltre 500 e che reclutavano in rete giovani da sottoporre ad abusi sessuali, violenze fisiche e psicologiche”.
Tra i problemi più diffusi la scissione tra quello che accade online e quello che succede invece offline. “Il codice penale però – conclude Caprioglio – entra all’interno del web perché l’ingiuria c’è, la diffamazione c’è, ci sono state moltissime sentenze sempre più stringenti. Ma le persone continuano a ritenere che tutto quello che fanno online sia consentito. Ben vengano le leggi come quella sul cyberbullismo. Ma non è solo sanzionando che otteniamo dei risultati. Per prevenire fenomeni come questi serve partire dalla cultura del rispetto, per noi stessi e per gli altri”.