La Procura di Torre Annunziata ha chiesto la condanna a tre anni e mezzo di carcere per l’ex sindaco di Gragnano, Annarita Patriarca e per l’ex consigliere comunale di maggioranza Liborio Di Nola per la vicenda dell’appalto irregolare degli scuola bus. Le altre richieste di condanne sono 2 anni e 8 mesi per l’imprenditore Angelino, un anno ciascuno per i dipendenti comunali Angelo Delle Donne e Vincenzo Inserra, assoluzione per l’allora dirigente del settore economato Eugenio Piscino che  era accusato di turbativa d’asta, unico reato non sussistente per il pm. Ora la parola passa alle difese che nel caso della Patriarca proveranno a smontare la tesi dell’accusa visto che in aula il 2 giugno scorso c’è stata la testimonianza di Pasquale Monaco, ex comandante della stazione di Gragnano, che già aveva stilato una relazione di servizio, con la sua deposizione aveva scagionato l’ex sindaco Annarita Patriarca accusata con tutti gli altri imputati di aver “cacciato” la ditta “School bus Service” di Giuseppe Masserini perché non aveva accontentato i politici che avevano chiesto posti di lavoro per loro amici. Masserini ha sostenuto nella sua denuncia, fatta propria dalla Procura di Torre Annunziata, che ci fu un incontro al Gambrinus di Napoli in cui gli imputati avanzarono questa richiesta. Ma il giorno e l’ora in cui Massarini sostiene di aver avuto un incontri tra gli altri anche con Annarita Patriarca, l’ex sindaco era altrove. O meglio era nella sede istituzionale del comune. Lo aveva già scritto e lo ha ripetuto in aula il maresciallo Monaco. “Incontrai il sindaco nell’androne del comune, era vicino alla sede della polizia municipale. Era già li e non era entrata in quel momento. Vi era in atto una protesta di alcune persone che lamentavano di non essere stati assunti nella ditta di trasporto scolastico e intervenimmo anche noi carabinieri per motivi di ordine pubblico”. La revoca dell’appalto secondo l’accusa sarebbe stata illegittima e irregolare perché messa in atto per favorire una “ditta amica”, la Angelino di Gragnano. Il tutto, grazie alla complicità di due dipendenti comunali, che avrebbero gestito gli atti di revoca e il nuovo affidamento.