I Cesaro e le minacce all’architetto: “Ma quella passa un guaio grosso…si intossica questa volta… “. LE INTERCETTAZIONI

“Ma quella passa un guaio grosso” gli ho detto…. ho detto “quella lo paga malamente, va a finire male questa cosa Gigì… si intossica questa volta… ora si intossica…”. E’ il 10 marzo del 2016 quando nell’Audi Q3 di Aniello Cesaro , fratello del deputato di Forza Italia, Luigi, viene intercettata una conversazione tra lo stesso imprenditore e Vincenzo Morrone suo fidato collaboratore. La persone che rischia di “passare un guaio” è l’architetto Paola Cerotto responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Marano che dal momento del suo arrivo a capo di quell’ufficio ha scoperchiato il pentolone delle irregolarità su tutta la vicenda dell’area Pip di Marano. Un mese prima la stessa dirigente comunale si era presentata alla Dda di Napoli  che stava indagando sulle infiltrazione del clan Polverino al comune e aveva denunciato di essere stata oggetto di un tentativo di “avvicinamento” da parte dell’onorevole Luigi Cesaro, fratello di Aniello e Raffaele.
In particolare, la Cerotto riferiva che circa due-tre giorni prima “aveva incontrato, per motivi personali, Vergara Luigi, politico di Sant’Antimo”da lei conosciuto da molti anni per ragioni professionali, molto legato ai Cesaro, il quale nel corso del colloquio le aveva palesato la “volontà
dell’onorevole Luigi Cesaro di avere un incontro con lei in relazione ai controlli sul Pip di Marano, avviati dall’ufficio da lei diretto”; di aver da subito manifestato la sua non disponibilità ad acconsentire a tale richiesta; che il Vergara, evidentemente informato di tali circostanze dai Cesaro, le “aveva chiesto se oltre al controllo dei capannoni si stesse occupando anche della verifica dei collaudi alle infrastrutture”. A questa domanda, a cui aveva risposto negativamente, le aveva provocato grande preoccupazione ed irritazione in quanto “la notizia delle verifiche sui collaudi era
assolutamente riservata, il che significava che i Cesaro avevano accesso ad informazioni coperte da segreto”.
La conferma che Luigi Vergara fosse stato utilizzato dai Cesaro per avvicinare la Cerotto si aveva ascoltando la converazione tra Morrone Vincenzo e Cesaro Aniello dalla quale si ricavava che i due interlocutori, prima di salire in auto, si erano incontrati con Vergara Luigi
(Gigino… l’ex sindaco) e che nel corso dell’incontro Vergara aveva chiesto informazioni ad Aniello Cesaro sull’andamento dei controlli nell’area Pip di Marano. In quella occasione  era stato lo stesso Cesaro a chiedere al Vergara di interessarsi presso la Cerotto della
vicenda dei controlli al Pip. Ecco la trascrizione del colloquio:
MORRONE Vincenzo: eh ma Gigino si interessa perchè…;
CESARO Aniello: chi è Gigino ?;
MORRONE Vincenzo: Gigino… l’ex sindaco …;
CESARO Aniello: eh;
MORRONE Vincenzo: si interessa perchè… perchè sta… perchè conosce le cose o perchè…;
CESARO Aniello: ma quello perchè…parlammo e uscì una decina di giorni fa…;
MORRONE Vincenzo: lo vedo sempre tutto interessato…;
CESARO Aniello: quel fatto là, a Marano?;
MORRONE Vincenzo: eh.. no no figurati…;
CESARO Aniello: eh, quello allora prese, disse: “ora me l’ha detto, ma come stanno…” ho detto…;
MORRONE Vincenzo: ucciditi tu e lei…;
CESARO Aniello: ho detto: “mi sta sequestrando tutti i capannoni”.. “ma tu che stai dicendo?”
MORRONE Vincenzo: gliel’hai detto o no ucciditi tu e lei?;
CESARO Aniello: eh, “ma quella passa un guaio grosso” gli ho detto…. ho detto “quella lo paga malamente, va a finire male questa cosa Gigì… si intossica questa volta… ora si intossica”..
…omissis

Ma non è questa l’unica conversazione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Francesca Ferri a carico dei fratelli Aniello e raffaele Cesaro, degli imprenditori Antonio e Pasquale Di Guida e dell’ingegnere Oliviero Giannella che riguarda l’architetto Cerotto. Già nell’agosto del 2015 Antonio Di Giuda parla con Mario Sansone, padre del consigliere comunale Giorgio Sansone. I due interloquendo sull’operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Liccardo si soffermano sulla questione Pip di Marano di Napoli.

DI GUIDA Antonio: io non mi sono mai permesso di dire… “noi dobbiamo mettere le carte a posto facendo gli imbrogli”, non esiste e
ti posso garantire che il… Dino PELLECCHIA, no, che sta sempre sopra all’ufficio tecnico… parla con… con quella
là… come si chiama…
SANSONE Mario: la CEROTTO!
DI GUIDA Antonio: … con la CEROTTO… che la CEROTTO non può vedere i
CESARO, quella stava a Sant’Antimo, no, non li può vedere, sai come disse? Disse… “io non dico che il PIP le carte non si possono mettere a posto… dico che si devono mettere a posto”… là si devono mettere le carte a posto…

Ma è emblematica del clima di protervia politica e istituzionale e del potere che avevano i Cesaro nella zona una frase contenuta in un colloquio dell’11 febbraio 2016 tra i fratelli Aniello e Raffaele Cesaro dopo che il primo è stato convocato in caserma dai carabinieri dove gli sono stati notificati alcuni atti. Aniello dice al fratello Raffaele: “… è una sceneggiata, è tutta una sceneggiata…è una sceneggiata o vero…non ti mettere paura!…a quello scemo…”. Sceneggiata che poi si è conclusa con l’arresto dei due fratelli e di altri tre complici.

Rosaria Federico

@riproduzione riservata

(nella foto l’area Pip di Marano vista dall’alto e Aniello e Luigi Cesaro)

 


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