“I documenti per la villa Passarelli sono falsi”, dichiarazioni choc al processo per gli abusi edilizi a Lettere

Un improvviso e inaspettato colpo di scena ha caratterizzato l’udienza del processo per gli abusi edilizi a Lettere nella villa del noto imprenditore, di origini casertane, Antonio Passarelli. Uno degli 11 imputati, l’architetto Donato Calicchio, funzionario della Sovrinten­denza ai Beni Architettonici di Napoli, ha voluto rendere dichiarazioni spontanee davanti al gup Mariaconcetta Criscuolo del Tribunale di Tor­re Annunziata. “La firma sulla planimetria che autorizza le opere nella villa di Passarelli non l’ho messa io. Quel documento acquisito dalla Procura di Torre alla Sovrintendenza di Napoli eÌ€ fasullo. L’architetto Sabato Fontana mi fece una telefonata dai toni minacciosi. Rimasi mol­to turbato e sorpreso”. Dichiarazioni che hanno scosso tutti i presenti in aula. Con Calicchio sono comparsi in aula, accusati di abuso d’uffi­cio, falso ideologico, lottizzazio­ne abusiva e illeciti edilizi, gli altri indagati, ovvero il principale accusato Antonio Passarelli, 86 anni indagato insieme alla moglie Anna Irollo e poi Sabato Fontana capo dell’ufficio tecnico del comune di Lettere all’epoca dei fatti, Lui­gi Gaglione allora responsabile del Servizio Antiabusivismo, Rosaria Crescenzio della Sovrintendenza, i direttori dei lavori Pasquale D’Angelo di Scafati e l’ingegnere Antonino Guadagno di Casola, Rosa Di Nola di Gragnano e Salvatore Cascone di Casola legali rap­presentanti delle ditte esecutrici dei lavori, gli architetti Antonio Coppola di Castellammare e Antonio D’Ago che, come tecnici di parte, avrebbero falsamente attestato la conformitaÌ€ delle opere alla normativa.  A conclusione dell’udienza il pm Rosa Annunziata ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti. Dalle indagini, condotte dai carabinieri è emerso che il noto costruttore Passarelli aveva realizzato una sontuosa villa su di un’area rurale con tanto di anfiteatro e mega piscina.

 

 

 


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