La volonta’ di Bergoglio di scomunicare mafiosi e corrotti “e’ una grande notizia. Papa Francesco lo disse gia’ tempo fa che il mafioso e’ scomunicato. Sono state affermazioni fortissime. Se arrivera’ anche l’atto formale, avra’ un grande peso per organizzazioni come la ‘ndrangheta e le altre, che assumono rituali pseudoreligiosi nell’affiliazione, cosi’ come nelle cariche interne”. Lo afferma, in un’intervista alla Stampa, il procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, secondo cui la scomunica “destabilizzera’ le cosche”. “I mafiosi aspirano ad essere trattati come fedeli che meritano rispetto e sostegno, percio’ ostentano le loro donazioni per le opere da compiere in un edificio di attivita’ religiose. Una volta era una modalita’ per presentarsi alla gente in tutto il proprio carisma criminale”, spiega Cafiero de Raho. “Capite: da un lato il crimine, dall’altro un sostegno da parte della Chiesa, o quantomeno un riconoscimento. D’altra parte non capitava solo qui, basti solo citare la Banda della Magliana. Era in tutta evidenza una forma di legittimazione che strumentalizzava la carita'”. Un “messaggio importantissimo” arriva anche dalle “sospensioni delle cresime”, dichiara il procuratore citando il caso di San Luca, dove “il 21 giugno trenta adulti avrebbero dovuto prendere la cresima”. Tuttavia “all’indomani del noto baciamano al boss, mi riferisco al fermo del latitante Giuseppe Giorgi da parte dei carabinieri, il vescovo ha sospeso le cresime”.
” La volonta’ di papa Francesco di scomunicare mafiosi e corrotti “e’ un fatto rivoluzionario che ha un significato politico, non solo religioso e giuridico. Da oggi in poi, sara’ difficile fare finta di niente per quelli che, pur professandosi cattolici, continuano a muoversi con disinvoltura all’interno di meccanismi corruttivi”. A dirlo il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, in un’intervista a Repubblica. “E’ chiaro che si tratta essenzialmente di una questione religiosa. Pero’ l’iniziativa del Papa ha il grande pregio di rappresentare un’indicazione morale fortissima per chi e’ cattolico. E questo puo’ avere anche effetti pratici”, afferma Cantone. “Non solo nel mondo della politica, ma anche in quello dell’economia e della finanza ci sono persone che si professano cattoliche eppure non sono estranee ai circuiti di corruzione. Ora non potranno piu’ ignorare la linea tracciata dal Papa”. “Questo Papa ha sempre battuto con forza sul tasto della corruzione”, osserva Cantone. “Ne ha parlato in tutte le occasioni possibili, spingendosi ad un’ affermazione ancor piu’ eclatante della celebre “la corruzione spuzza” di Scampia: una volta ha detto che il peccato si puo’ perdonare, la corruzione no”.