Nuovo interrogatorio in vista per Giampaolo Scafarto, il capitano dei carabinieri in forza al Comando Tutela dell’Ambiente, indagato per falso materiale e ideologico dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip. Domani l’ufficiale, con l’assistenza dell’avvocato Giovanni Annunziata, tornera’ a rispondere alle domande del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Mario Palazzi che lo avevano gia’ sentito il 10 maggio scorso. L’atto istruttorio si e’ reso necessario per alcune circostanze che meritano un ulteriore approfondimento. Secondo l’ipotesi accusatoria, nella sua informativa ai magistrati sul caso Consip, Scafarto avrebbe attribuito all’imprenditore campano Alfredo Romeo la frase (estrapolata da una intercettazione ambientale del 6 dicembre scorso negli uffici romani della sua societa’) “Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato”, in realta’ pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino. Non solo, ma Scafarto, riferendo della presenza di soggetti sospettati di essere dei servizi segreti che, a suo dire, avrebbero controllato i militari del Noe mentre erano impegnati nel recupero dalla spazzatura dei ‘pizzini’ di Romeo, avrebbe omesso di dire che gli accertamenti svolti successivamente avevano fatto cadere la pista degli 007. Scafarto, nell’interrogatorio di un mese fa, si e’ scusato per quei due errori, e anche per altre anomalie ravvisate dagli inquirenti , emersi dall’informativa, errori non voluti ma frutto, a suo dire, “della fretta di completare la relazione di servizio”. La Procura di Napoli – aveva spiegato l’ufficiale dei carabinieri – era stata “immediatamente” avvertita del “cessato allarme” legato alla presunta presenza di elementi dell’intelligence mentre i carabinieri del Noe stavano effettuando le indagini sul conto di Alfredo Romeo e, piu’ in generale, sul caso Consip. La circostanza, pero’, non era stata riferita ai magistrati della Procura di Roma quando per competenza era stato trasmesso il procedimento. Per Scafarto, poi, sarebbe stato il pm di Napoli Henry John Woodcock a “rappresentargli” l’opportunita’ di dedicare un capitolo autonomo dell’informativa alla storia della presunta presenza di esponenti dei servizi segreti durante l’attivita’ di indagine dei carabinieri. “Non e’ detto che il pm e la polizia giudiziaria siano in combutta, e che il pm sia ispiratore occulto di fughe di notizie. E’ un’opinione di Gratteri che mi sento di contestare”. Cosi’ il presidente dell’Anm, Eugenio Albamonte, torna sul tema delle fughe di notizie, tornato alla ribalta delle cronache con il caso Consip. A chi parla di “guerra” tra le procure di Roma e Napoli, Albamonte risponde rilevando un “eccesso giornalistico a ricorrere a questo termine: a me sembra che ci siano due procure che indagano su filoni diversi e che si coordinano tra loro. E’ strumentale creare l’idea di procure in lotta per dire poi che c’e’ una procura dei buoni e una procura dei cattivi”.Â